La discrezione della servitù

Il protagonista del nuovo giallo di A.J. Evans è davvero insolito: Fulgenzio Marcel dall’Orto, un parrucchiere molto apprezzato a Milano.

 

La discrezione della servitù” propone un personaggio, decisamente insolito.
Che cosa succede se un parrucchiere abbandona forbici e pettine per risolvere un omicidio?
Lo scoprirete se avrete voglia di avventurarvi tra le pagine dell’ultimo giallo firmato A.J. Evans.
Il protagonista, Fulgenzio Marcel dall’Orto, oltre al nome alquanto singolare, possiede un intuito sopraffino, utile non solo a individuare il miglior taglio o la perfetta acconciatura per ogni vip milanese che frequenta il suo salone, ma anche per condurre un’indagine che lo coinvolge da vicino.
Il libro è disponibile in versione digitale nei siti di vendita online.

 

Quattro domande a A.J. Evans

D. Perché hai deciso di dar vita a una nuova serie?
R.
Era già da un po’ di tempo che vagheggiavo l’idea di un parrucchiere/investigatore.
Mi piaceva il fatto che con il suo lavoro un parrucchiere entra spesso in confidenza con le proprie clienti, specie quelle abituali e quindi, può avere accesso a molte informazioni sulla loro vita e su quella di altre persone.
Il parrucchiere è in pratica una sorta di confessore e al contempo, anche un po’ psicologo. Tutte queste caratteristiche costituiscono, almeno secondo me, una sorta di naturale predisposizione alle indagini, semmai dovesse presentarsi l’occasione di dover risolvere un mistero, tra un colpo di pettine e uno di forbici.
Già nei gialli di Lambert avevo sfiorato questa idea: la moglie del commissario parigino è appunto una parrucchiera.

 

D. Il protagonista Fulgenzio Marcel dall’Orto è davvero strano, come nasce?
R.
Il nome è venuto così, di getto, come spesso mi accade, e ho iniziato da lì. E poi, un nome così strano non poteva che dare origine a una storia curiosa, con una leggera impronta ironica.
Il racconto è venuto anche esso molto spontaneamente, specie la parte iniziale, dove ho seguito l’inclinazione e il ritmo dell’intuizioneLa discrezione della servitù iniziale.
Inoltre, quando tempo fa, avevo accennato al mio parrucchiere che volevo scrivere una storia gialla con un parrucchiere come protagonista, non dico a ogni taglio, ma in varie occasioni mi spronava a dare concretezza all’idea.

 

D. Ed ora tranquillizziamo i tuoi lettori: quando tornerà in scena Il commissario Lambert, protagonista di tante appassionanti avventure?
R.
Sto lavorando a un altro giallo della serie parigina con il commissario Lambert; sono circa a metà della storia. Ma chi può dirlo con certezza? Come altri scrittori di gialli, almeno così hanno dichiarato, vado avanti per intuizioni e non ho tutta la trama in testa.
In ogni caso, ho già pronto un altro giallo con un nuovo protagonista che, come il curioso parrucchiere Fulgenzio, vive a Milano.
Nella storia poi, sono presenti accenni di genere musicale: la musica è da sempre la mia musa, anche quando non compare palesemente nelle storie.

 

D. Senza svelare niente, ci dici qualcosa in più di A.J. Evans?
R.
Posso dire che il cognome “Evans” è stato un tributo alla grandissima scrittrice di gialli Agatha Christie e a uno dei suoi gialli che preferisco “Perché non l'hanno chiesto a Evans?”. Poi ho scelto due iniziali, invece di un nome, perché mi sembravano più accattivanti. Volevo che, vedendo le copertine dei miei libri ci si chiedesse: chi sarà mai questo misterioso autore?
A cura di MZ

 

L’incipit del romanzo:

Fulgenzio Marcel dall’Orto era un poliziotto mancato.
Se avesse potuto scegliere avrebbe senz’altro intrapreso una carriera nelle forze dell’ordine, ma fu costretto a subentrare a sua madre nell’attività di famiglia: un modesto salone da parrucchiere che si fregiava dell’altisonante nome “da Odette”; nome preso in prestito da la “Recherche”, adorata da sua madre che in cuor suo sperava in Proust quale nume protettore di tinte e messe in piega.
In ogni caso, lo scrittore francese doveva averci messo del suo , perché una volta passato al suo omonimo, il negozio si era ingrandito.
A Milano non c’era vip, uomo o donna che fosse, che non facesse un salto da Marcel per un taglio all’ultima moda o per una tinta dai colori sgargianti.