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Amazon Storyteller un anno dopo

 

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Cosa è successo agli autori finalisti dell’edizione 2020? Per saperlo abbiamo rivolto qualche domanda a Salvino Muscarello, Gabriele Marchingiglio, Marco Lugli, Andrea Rhon, 
Amalia Frontali e Rebecca Quasi.

 

 

Il primo maggio ha preso il via la seconda edizione del Premio Letterario Amazon Storyteller, a me è venuta la curiosità di sapere cosa è successo ai finalisti del 2020.
Così ho rivolto tre domande al vincitore Salvino Muscarello e ai finalisti Gabriele Marchingiglio, Marco Lugli, Andrea Rhon, Amalia Frontali e Rebecca Quasi per capire se il Premio Letterario li ha emozionati e se ha influito positivamente sulla loro attività.

D. Come ti è venuto in mente di partecipare?
R. Salvino Muscarello - La decisione di partecipare al Premio è stata abbastanza casuale. Avevo da poco terminato di scrivere il libro e, non avendo contatti col mondo editoriale, ero indeciso sul da farsi; quando vidi su youtube un'intervista di una blogger letteraria a Riccardo Bruni, ottimo scrittore che già conoscevo, che in quell'intervista annunciava di essere stato chiamato a far parte della giuria del primo premio italiano per autori autopubblicati lanciato da Amazon. A quel punto ho ripreso il mio testo “La corrente invisibile”, l'ho fatto rileggere alle mie beta lettrici, ho tagliatosalvino-muscarelloladdove necessario, ho disegnato la copertina insieme a un amico grafico, e mi sono lanciato nell’avventura.

R. Gabriele Marchingiglio - L'anno precedente, il 2019, avevo letto del concorso storyteller nel Regno Unito e avevo pensato che sarebbe stato bello partecipare, un giorno. Il fatto di dover tradurre un mio libro era ed è tutt'ora molto lontano dalla realtà e questo rendeva impossibile quell'avventura. Quando ho finito il libro che stavo scrivendo, appena prima del lockdown, mi è arrivata una mail da KDP che mi informava che entro breve si sarebbe aperto il primo storyteller di Amazon in Italia. Ho pensato che fosse una bellissima coincidenza e così ho iscritto "Le sorelle delle case popolari" al primo storyteller Italia.
R. Marco Lugli - Ho scelto la strada dell’editoria indipendente ormai dal 2015 e Amazon si è rivelato un partner importante per la distribuzione e la promozione dei miei romanzi. La partecipazione ad una loro iniziativa con “La Madre “ è stata dunque un passo naturale.
R. Andrea Rhon - Stavo auto-pubblicando il mio libro ”Archetypes: Le immagini del male” con Amazon e ho visto sul sito web che c’era questo concorso, così ho deciso di iscrivere il mio romanzo.
R. Amalia Frontali e Rebecca Quasi - Abbiamo partecipato per gioco, con lo stesso spirito di sperimentazione e divertimento con cui scriviamo. Ci tenevamo anche a cogliere l’occasione della prima edizione italiana di un concorso già popolare all’estero.
Siamo convinte che, per dare maggior credibilità e migliori occasioni al self-publishing, iniziative di questo genere, da parte di un colosso come Amazon, siano molto importanti.

 

 

D. Cosa hai pensato quando ti hanno annunciato la vittoria o l'inserimento nella rosa dei finalisti?
R. Salvino Muscarello -
L'emozione più grande è stata prima della vittoria, quando mi è stato annunciato di essere stato scelto tra i 5 finalisti. Già lì mi sembrava di aver raggiunto un gran bel traguardo, perché i libri partecipanti erano oltre 2000, e tra loro erano presenti molti autori già esperti di self-publishing e conosciuti da un ampio pubblico. La vittoria è stata un bel momento, ma non ho avuto modo di pensare, non me l'aspettavo, e poi sono stato sopraffatto dai messaggi di congratulazione di tanti amici.

R. Gabriele Marchingiglio - Quando ho ricevuto la chiamata ho pensato che fosse incredibile. Ancora non sapevo che i partecipanti fossero stati così tanti, altrimenti avrei pensato che qualcuno gabriele-marchingigliosi era sbagliato: io finalista assieme ad altri quattro tra 1500 e più titoli? Non scherziamo! Ho pensato che fosse un segno del destino, che forse avevo fatto qualcosa di tanto grande e non me ne ero nemmeno reso conto. Poi non ho vinto e un po' ci sono rimasto male ma la colpa è stata solo mia. Ho avuto fretta di pubblicare, non avevo idea di cosa stessi facendo e non potendomi permettere un editor, ho fatto troppi errori. E anche se adesso il libro è in ottime condizioni, so di aver perso una grande occasione. Quindi, un consiglio che posso dare è di leggere, rileggere e far leggere a quante più persone possibile, meglio se lettori forti, il proprio manoscritto prima di proporlo al concorso. Se invece c'è la possibilità di essere seguito da un professionista, meglio ancora. Il fatto di aver ricevuto una tale occasione mi ha fatto pensare che un giorno potrebbe diventare il mio lavoro e da allora, qualcosa nel cervello ha fatto click, ho cambiato radicalmente mentalità e prendo molto più seriamente e costruttivamente ogni singolo passaggio che porta all'auto pubblicazione.
R. Marco Lugli - L’editoria indipendente è un contenitore dove è possibile trovare gemme ma anche tanta spazzatura. Il lettore non è ancora abituato a credere che ci siano autori professionisti che utilizzano l’editoria indipendente come veicolo di distribuzione. I critici, inoltre, è da pochissimo che hanno capito che non avere una casa editrice alle spalle significhi per forza mediocrità. La selezione tra i finalisti è stata una piacevole sorpresa ed un riconoscimento per un impegno letterario di tanti anni.
R. Andrea Rhon - Il primo giorno non avevo visto la chiamata perché stavo lavorando. Quando ho visto una chiamata persa dall’estero non ho associato immediatamente il concorso Amazon Storyteller 2020 alla chiamata. Ho pensato: “Una telefonata dal Belgio?? Se mi richiamano non rispondo, saràCentroqualcuno che sta facendo promozioni/pubblicità…”. Il giorno dopo ricevetti ancora una telefonata, così mi dissi: "Mah, sì, dai, quasi quasi rispondo, così la smettono…” e ne sono stato molto felice, così potei
giustificare con la mia fidanzata tutte quelle ore passate nello studio a scrivere e discapito delle attenzioni che avrei dovuto darle. Lei era molto indispettita. Molto.
R. Amalia Frontali e Rebecca Quasi - Siamo rimaste molto stupite, è stata davvero una bella e inattesa emozione, unita a un colpo di fortuna. Ci ha reso orgogliose con "Centro" anche rappresentare il genere femminile in finale, nonché il romanzo rosa e storico, visto che tutti gli altri finalisti erano “in giallo”.

 

D. Quali risultati ha portato: più vendite? Contatti con editori?
R. Salvino Muscarello -
Dopo la vittoria è certamente aumentata la media delle vendite del libro, ci sono state molte più recensioni, interviste e soprattutto è stata vinta da parte di molti lettori e addetti ai lavori quella diffidenza che ancora avvolge il mondo del self publishing, in larga parte ingiustificata perché ci sono tanti autori che fanno un lavoro appassionato, serio e professionale. Sicuramente è aumentata la fiducia di poter fare un buon lavoro, la voglia di studiare e aggiornarmi. Non ho avuto ancora contatti con editori perché voglio che “La corrente invisibile” resti quel che è, un libro spontaneo, genuino, con qualche difetto di gioventù ma anche forte e originale. Per il futuro, quando sarà pronto il nuovo romanzo in lavorazione, potrei anche rivolgermi a un editore tradizionale e molti editor coi quali sono in contatto sono sicuri che la vittoria del premio Amazon sia un biglietto da visita non da poco.

R. Gabriele Marchingiglio - Niente di tutto ciò, purtroppo. In realtà penso che abbia aiutato più la mia scelta di fare del marketing su Amazon a fare crescere un pochino le vendite. Purtroppo, un altro mio errore è stato quello di utilizzare i social per fare sapere a tutti del mio libro e questo ha mandato in confusione gli algoritmi di Amazon, probabilmente. Persone che compravano un certo genere o che acquistavano tutto fuorché libri, hanno iniziato a scaricare "Le sorelle delle case popolari" e Amazon non ha più saputo a chi proporlo. Un self publisher deve imparare anche questo. Per quanto riguarda i contatti con le case editrici, non è successo nulla. Probabilmente la storia non è così interessante, si potrebbe pensare, o non è arrivata a chi di dovere ma durante la premiazione diversi giurati hanno fatto riferimento alla trasposizione televisiva o cinematografica delle opere in finale e mi piace pensare che a qualcuno, leggere "Le sorelle delle case popolari", abbia suscitato quelle stesse immagini che ho visto io stesso stendersi sulla carta, giorno dopo giorno. Questo mi fa sperare che a un certo punto il mio percorso porterà questa storia da qualche parte. Per questo sto scrivendo il 2º e 3º capitolo e strutturando il seguito pensando a una serie di una decina di storie che passano tutte da questo primo, stimolante esperimento. L'importante è non fermarsi e credere che qualcosa di meraviglioso sia sempre lì dietro l'angolo ad aspettarci per ripagare tutte le nostre fatiche. Però, sì, bisogna fare fatica. Se non avessi finito il libro, se non lo avessi iscritto al concorso, nessuno avrebbe bussato alla mia porta chiedendomi se avevo un libro da fare finire in finale al primo storyteller di Amazon in Italia. Sembra banale ma a volte pensiamo di muoverci ma in realtà è verso l'esterno che bisogna farlo, altrimenti rimane tutto dentro di noi.
R. Marco Lugli - L’intera mia produzione disponibile su Amazon ha risentito positivamentemarco-lugli1della partecipazione prima e della selezione tra i finalisti poi. Le vendite e le letture in abbonamento degli e-book -mercato molto consistente in termini percentuali- sono decisamente aumentate. Contatti con editori non ne sono arrivati, ma l’esperienza di tanti anni mi ha portato a decidere che o arriva una casa editrice davvero importante o agli editori medio piccoli preferisco di gran lunga l’indipendenza.
R. Andrea Rhon - No, non ha portato più vendite. Sarò sincero, forse a causa della pandemia in corso, il concorso è stato gestito davvero molto male da Amazon. La diretta streaming della presentazione è stata un disastro, con la loro connessione che laggava (ndr: verbo che indica l'incorrere di ritardi e interruzioni momentanee nella trasmissione su Internet di immagini video o nella sincronizzazione) e saltava, tanto che non è potuto andare in onda il filmato “collage” di tutte le nostre interviste, che andrea-rhonci eravamo dovuti auto-produrre, e non ci è stato dato modo di parlare, se non alla fine e solo al vincitore. Inoltre, non ci è stata fatta alcuna pubblicità o dato aiuto di sorta per aumentare la visibilità. Lo stesso concorso non era stato praticamente pubblicizzato e, per cui, tendenzialmente nessuno, se non del settore, concorrente o amico, ne conosceva l’esistenza. Detto questo, è stato un trampolino di lancio per credere in me stesso, nel mio lavoro, e avere più credibilità presso gli editori. Difatti, il mio libro “Archetypes - Le immagini del male” alla fine è stato selezionato da un editore a cui l’ho mandato ed ora è in fase di pubblicazione presso la casa editrice GPM EDIZIONI.
R. Amalia Frontali e Rebecca Quasi - In realtà il principale risultato è stata la nostra soddisfazione personale e l’occasione di fare un’esperienza inedita e molto divertente, che ha ulteriormente consolidato il nostro sodalizio personale e narrativo.
In termini quantitativi non abbiamo finora notato variazioni significative. Riguardo al contatto con editori, a dire il vero, non lo abbiamo mai ricercato in modo particolare, e gli editori non hanno cercato noi. Ci troviamo benissimo nella dimensione del self.
(a cura di MZ)

 

 

 

 

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