Andrea Kerbaker prende in mano Tempo di Libri

 

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Bibliofilo e creatore di Kasa dei libri è sicuro che con lui la manifestazione sarà un successo. E cerca di ricucire i rapporti con il Salone del Libro.

 
«Con me Tempo di Libri sarà una festa e farà il pienone». Queste le parole di Andrea Kerbaker, nuovo direttore unico di Tempo di Libri, in alcune interviste ai quotidiani. Bibliofilo, saggista, molto compente, cosa ha spinto il creatore di “Kasa dei libri” a un’affermazione così arrogante? O forse è solo un modo per farsi coraggio nell’affrontare una sfida che non è facile. Mi è oscuro, in ogni modo Mr Kerbaker può solo sperare di fare veramente il pienone, in caso contrario, farà proprio una brutta figura.

Molto conosciuto e apprezzato negli ambienti letterari per i suoi saggi “Lo stato dell’arte. La valorizzazione del patrimonio culturaleandrea-kerbaker2 italiano”-Bompiani, “Diecimila. Autobiografia di un libro”, di recente ripubblicato da Interlinea e per il romanzo “Coincidenze”- Bombiani, Kerbaker, 56 anni, milanese, insegna Istituzioni e politiche culturali all’Università Cattolica ed è segretario del Premio Bagutta ma è noto anche per “Kasa dei libri”, dove ha riunito una collezione di oltre 20 mila titoli anche rari, che i visitatori possono sfogliare, e dove si organizzano mostre ed eventi culturali.

Al di là delle competenze e delle amicizie nelle “Milano che conta”, a me ha dato molto infastidio come hanno liquidato Chiara Valerio e tutta la precedente squadra che aveva lavorato con molto chiara-valerio2impegno e sicuramente non era responsabile della demenziale scelta della data della prima di edizione di Tempo di Libri. Nel 2018 si terrà dall’8 al 12 marzo, lontana da Pasqua e ponti.
La scrittrice si potrà consolare con il nuovo incarico: da settembre curerà la narrativa italiana in Longanesi.


Per quanto mi riguarda spero che Giovanni Peresson, curatore dell’area professionale nella prima edizione, continui a collaborare perché il programma e gli incontri erano di ottimo livello. Un fiore all’occhiello che mi farebbe piacere ritrovare nell’edizione 2018. Come ho avuto modo di evidenziare,Giovanni-Peresson nei post di Il Fatto Quotidiano, l’area professionale del Salone del Libro è veramente molto carente. Per questo spero che la fiera milanese non si concentri esclusivamente sui lettori ma continui a riservare spazio agli operatori e al comparto dell’editoria digitale, completamente ignorata dagli amici di Torino. Insomma se le due mostre devono collaborare, devono anche cercare di trovare il modo di completarsi senza fagocitarsi e farsi la guerra. Anche in questo caso, pare sia tutto nelle mani di Andrea Kerbaker e di Ricardo Franco Levi, nuovo presidente dell'AIE.

 

 

 

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