L’aborto

Scritto da MZ.

 

cover L'aborto
Richard Brautigan narra di una bizzarra biblioteca di San Francisco che accoglie manoscritti portati dagli autori a qualsiasi ora del giorno e della notte. Libri che andrebbero perduti perché difficilmente un editore li accoglierebbe.

 

Sono arrivata a questo romanzo per vie traverse, quelle peraltro che sempre dovrebbe percorrere un lettore, una via molto simile a quella delle briciole di pane seguita da Pollicino. In questo caso dalla citazione che ne ha fatto nell’incipit del suo libro un altro scrittore; il riferimento era al tema d’esordio scelto da Brautigan: il protagonista è il bizzarro bibliotecario di una ancor più bizzarra biblioteca, che accoglie sui suoi scaffali i manoscritti portati dai loro stessi autori a qualsiasi ora del giorno e della notte. Libri cherichard-brautigan altrimenti andrebbero perduti perché difficilmente un editore li accoglierebbe. Un esempio? Alle tre del mattino, quello che viene affidato alla mirabile biblioteca, che ha sede a San Francisco, da una trepidante ottuagenaria, s’intitola: “Coltivare fiori a lume di candela in camere d’albergo”. Neanche a dirlo il racconto è autobiografico e dà conto dell’esperienza dell’anziana signora che, abitando in una camera senza finestre (di più le sue finanze non le permetterebbero), si è inventata di crescere i propri fiori con la luce di una candela. Il gentile bibliotecario di Brautigan l’accoglie con gentilezza e affabilità, e la donna, oltre a consegnargli il frutto di cinque anni di fatiche, gli regala anche un po’ della sua anima.

Credo che bastino queste poche righe a dare il senso e la temperatura di questo romanzo, purtroppo passato in punta di piedi e che le classifiche dei Best Seller hanno ovviamente ignorato.
Ma il libro ha anche questo suo titolo impegnativo, L’aborto, e difatti la trama dopo qualche capitolo si sposta su questa difficile tematica. Ma anche qui la bravura dell’autore è notevole: nessun discorso politico o pseudo-sociale, nulla di drammatico, anche se niente viene narrato con superficialità. C’è coinvolgimento, preoccupazione, ansia, ma anche tanta leggerezza…

Se devo proprio trovargli un difetto, credo questo possa essere nella sua conclusione improvvisa. La fine ci coglie difatti a tradimento, quando ancora altro vorremmo conoscere della vita dei due protagonisti: la bellissima Vida (della quale tutti gli uomini non possono fare a meno di “disperatamente innamorarsi”) e lui, il nostro amatissimo bibliotecario. Ma Richard Brautigan ha preferito così, e questa la dice lunga su di lui più di quanto i suoi personaggi e la sua storia già non lasciassero immaginare. Per chi fosse interessato, wikipedia ci offre una breve biografia dello scrittore statunitense, scomparso nel 1984.

Il libro è breve, 170 pagine, e si legge in poco più di un pomeriggio; l’edizione elettronica lo ha salvato dall’oblio cui sembrava destinato, a causa del disinteresse dei massimi recensori italiani, quelli per capirci che fanno tendenza. Voi non lasciatevelo scappare…

Flaminia P. Mancinelli

 

 

 

Il libro

L’aborto – Una storia d’amore
ISBN edizioni – 2012
In cartaceo ed e-book

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