Anyway

 

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Un viaggio nel mondo degli emarginati che vivono nelle nostre città ma che per molti restano “invisibili”.

 

Anyway, il protagonista dell’omonimo romanzo di Massimo Piccaluga, è un personaggio insolito: un clochard che vive ai margini della società.
Il palcoscenico sul quale si muovono i tanti attori è la città, una metropoli dove gli “invisibili” vivono e muoiono nella quasi totale indifferenza del mondo che scorre loro accanto.
Anyway ha amici molto particolari: il dottor Amilcare, un colombo bianco che lo va a trovare sulla sua panchina; Maria-ha-li-babà, un’artista caduta in disgrazia per la cupidigia di un losco figuro. Ma forse la persona più vicina a Anyway è Alain Thrunbull, uno studente considerato psicolabile e per questo riempito di pillole.
Però non voglio citarne altri, o raccontarvi la trama, perché non desidero togliervi il piacere della scoperta, anche questo fa parte della delizia della lettura.

La storia si dipana attorno al protagonista ma coinvolge, con altre vicende o disavventure, tutti gli attori che calcano la scena.
Piccaluga, con una narrazione coinvolgente, riesce a fotografare bene questo mondo sconosciuto ai più. A mio avviso, nonostante i numerosi “cattivi”, l’autore tende a far emergere il lato buono, trascurando un po’ la parte oscura del mondo degli emarginati. Forse è una scelta dettata dal fatto che la parte cattiva viene evidenziata costantemente da stampa e commentatori.

Per saperne di più ho coinvolto Massimo Piccaluga in una breve intervista.

 

Quattro chiacchiere con l’autore
 

D. Come nasce la scelta di scrivere di clochard ed emarginati?
R. Perché queste tipologie umane sono le prevalenti ad ogni latitudine e in qualsiasi democrazia, regime, monarchia. Li crea unmassimo-piccaluga meccanismo spietato che si chiama ora capitalismo avanzato, ora globalizzazione, ora competitività di mercato. I benestanti e i sani di mente -tutto da verificare- sono una esigua minoranza da che mondo è mondo. Io sono un autore che non ama le problematiche piccolo-borghesi: le trovo ridicole e anche molto noiose.


D. La fotografia del mondo degli “invisibili” forse cede un po’ troppo al buonismo, perché questa scelta?
R. Non sono d'accordo. Ci sono i buoni ma anche i cattivi (Cedric e Fedric, Horace Thurnbull, il 'ndranghetaro Pascaleo, il suo braccio destro Chattanooga e via elencando). Al mondo c'è spazio, purtroppo, per tutti... Se poi mi dici che nel personaggio Caio —Trifirò ho voluto ritrarre lo stereotipo dell'antieroe romantico beh, certo. Era proprio quella l'intenzione del narratore, che non è un saggista che possiede la "verità" in tasca e la amministra con avara saccenteria, bensì un autore che si diverte e cerca di divertire, infilando qua e là qualche spunto di riflessione.

D. Al momento Anyway è solo in versione cartacea, è prevista anche quella digitale? Perché non sono stati proposti contemporaneamente?
R. Scelte dell'editore. Non dipendono da me.

D. E adesso cosa bolle in pentola?
R. Una bellissima -per me naturalmente- raccolta di racconti brevi e lunghi e un altro romanzo ambientato a Milano nei primi del Novecento, quando la città e la gente che la popolava erano ben lontani dalla Milano della moda. Era ancora la Milano della morte -per tifo, per esempio. Anche lì si parlerà di trovatelli, di miracoli che può produrre il possesso di una bicicletta e... di sedute spiritiche e di musica lirica.
 

Chi desidera conoscere meglio Massimo Piccaluga, può visitare il suo blog o la sua pagina Twitter.

Il libro

Anyway
di Massimo Piccaluga
ExCogita Editore
€ 14,00
Disponibile solo in versione cartacea

 

 

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