Un arcobaleno di libri

Romanzi, saggi, memoir e fumetti per celebrare a modo mio il Pride Month.

 

Romanzi, saggi, memoir, fumetti che hanno protagonisti Lgbtq+. Ho deciso di festeggiare così il Pride Month. Il mese del “nostro orgoglio”, quello che celebriamo con musica e allegria per ricordare a tutti che noi esistiamo e che non siamo disponibili a lasciarci cancellare.
E i miei amici libri sono una parte molto importante della Comunità perché sono la testimonianza delle nostre lotte e delle nostre sofferenze. Regalano momenti di svago e di riflessione e aiutano tante persone a non sentirsi sole.

 

Romanzi e memoir

La prima volta che ho incontrato un “travestito” è stato proprio a Genova alla fine degli anni ’60. In realtà era una transessuale molto bella e femminile, ma a quei tempi non c’era un termine appropriato. Erano semplicemente “I Travestiti”, come nel libro fotografico di I travestitiLisetta Carmi, edito da Contrasto. Mentre lo sfogliavo, ho rivissuto quei momenti e tutti gli altri che ho trascorso con le mie amiche trans. E sono stati tanti perché con loro ho sempre avuto un legame molto speciale.
Le foto di Carmi sono vere, raccontato la vita di queste persone. Trasmettono emozioni e sentimenti.
Anche i testi di Giovanni Battista Martini, Vittorio Lingiardi, Juliet Jacques e Paola Rosina sono interessanti ed esplicativi per chi non conosce questo mondo.
E poi c’è la storia del libro, come è nato e perché è rimasto “nascosto” così a lungo. C’è anche lo zampino di Barbara Alberti.
Non vi racconto nulla, solo qualche frase di per incuriosirvi.
Scrive Juliet Jacques: “Avevo dieci anni quando ho capito di essere transgender e di voler fare la transizione… Avrei voluto conoscere i travestiti da giovane, perché mi avrebbe reso più consapevole del fatto che esistevano persone come me nel mondo e nella storia”.
E Vittorio Lingiardi: “Sono certo che nel gruppo di travestiti genovesi fotografati da Lisetta Carmi le possibilità cosiddette gender-variant (e gender-fluid e bi-gender) avrebbero oggi uno spazio ampio quante sono le soggettività”.
E, infine, Lisetta Carmi: “Osservare i travestiti mi ha fatto capire che tutto ciò che è maschile può essere anche femminile, e viceversa. Non esistono comportamenti obbligati, se non in una tradizione autoritaria che ci viene imposta fin dall’infanzia”.

The Danish Girl” è stato scritto da David Ebershoff nel 2000, nel 2015 è diventato un film disponibile a pagamento su PrimeVideo. Il libro è arrivato in Italia nel 2001 con Guanda e nel 2016 è stato pubblicato da Giunti con la traduzione di Anna Mioni. Il romanzo èThe Danish girl ispirato a una storia vera.
Einar e sua moglie Greta vivono a Copenhagen agli inizi del Novecento: entrambi dipingono nel loro atelier, lui realizza paesaggi velati dalla nebbia del Nord; lei ritrae su enormi tele i ricchi committenti della borghesia cittadina. Poi arriva Lili. Inizia come un gioco: Greta domanda al marito di posare in abiti femminili. Da principio Einar è riluttante, ma presto viene completamente sedotto dal morbido contatto della stoffa sulla sua pelle. Via via che si abbandona a questa esperienza, il giovane entra in un universo sconosciuto, provando un piacere che né lui né Greta avrebbero mai potuto sospettare.
E non vi dico altro.

Il coraggio di essere farfalla” di Vladimir Luxuria per Piemme inizia con una provocazione: "Sarai trans anche tu! Tutti transitiamo in questo mondo, siamo solo di passaggio. Si nasce, si muore, forse ci reincarniamo... chi lo sa. L'unica cosa certa è che non siamo immortali e quella cosa che chiamiamo vita non è altro che un transito racchiuso nel tempo d'un sogno".
Il coraggio di essere farfallaLa farfalla Luxuria in questo libro si posa su tante questioni spinose della nostra quotidianità svelandone i lati trasformistici, ondivaghi, transgenici, trasmutanti.
Alzi la mano chi non ha mai cambiato opinione o il voto? …lavoro o città? …abitudini o idee? Lo si fa per opportunismo, per sopravvivenza, per autentica convinzione, ma sono ancora pochi quelli che hanno il coraggio di indossare il "proprio vestito", infischiandosene dell'opinione dominante. Vladi lo ha fatto dopo un lungo percorso di crescita e di ricerca che l'ha portata a concludere: «Ho imparato ad amarmi per quella che sono, optional compresi, e non per come mi volevano gli altri».
I tanti frizzanti capitoletti di questa riflessione sono svolazzi irresistibili sul tempo presente e i suoi problemi, un'escursione in alta quota - lucida, graffiante, scanzonata - capace di allargare orizzonti per scoprire che «il mondo non è fatto solo di diversi colori, ma di un numero infinito di sorprendenti sfumature».

“Indietro non si torna. Il lungo cammino dei diritti civili delle persone LGBT+ in Italia. Una storia personale, una battaglia politica” di Monica J. Romano per Tea, con la prefazione di Alessandro Zan.
Ogni storia è personale e unica, e tuttavia la storia di Monica J. Romano è carica di riflessi e risonanze collettive. Le tappe della sua vicenda, infatti, talvolta dolorose, spesso liberatorie e persino gioiose, ci offrono la possibilità di ascoltare la voce di una di quelle persone cui, in fondo fino all'altroieri, la voce e l'identità sono state negate, oggetto di sberleffo, di emarginazione, di condanna, se non diIndietro non si torna pura violenza. Una voce ferma e serena, che rivendica i propri desideri, le proprie scelte e le proprie conquiste, fino alla più recente e inattesa: l'elezione al Consiglio comunale di Milano, prima donna transgender a essere eletta nell'amministrazione pubblica della città. Al tempo stesso il suo racconto ci consente di ripercorrere il faticoso e tuttora incompiuto cammino dell'affermazione dei diritti civili delle persone LGBT+ in Italia, dagli anni '70 a oggi. E ancora, assolve un compito fondamentale: quello di informare correttamente, di mettere ordine e precisione in un dibattito troppo spesso inquinato da falsità, preconcetti, posizioni strumentali. E lo fa perché, come dice l'autrice stessa, «ora più che mai, occorre arrivare alle persone e prendersi la responsabilità di un linguaggio universalmente comprensibile. Se c'è una cosa che ho imparato in tutti questi anni è che, quando le cose si spiegano con parole comprensibili e mettendoci la faccia, le paure e i pregiudizi vengono meno».

La forza di Antonia. Storia di una persona transgender” di Antonia Monopoli e Gerardo Maiello è un romanzo biografico che racconta la vita "diversa" dell’autrice. Il libro è stato presentato in ASA.
Bisceglie, un paesotto della Puglia diviso tra il mare, l’Adriatico, dove vive Antonio. Un bambino timido, riservato, solitario, schivato e bullizzato dagli altri bambini perché lentigginoso ed “effeminato”. A otto anni inizia ciò che lui stesso definirà l’inizio di una via crucis tra medici di base e psichiatri che propongono manicomio e lobotomia. L’infanzia e l’adolescenza di Antonio sono tormentate da La forza di Antoniaincomprensioni e intolleranza, da sacrifici e rinunce. Una volta adulto, Antonio conosce la transessualità e trova la risposta a quella “bambina imprigionata nel cuore di un bambino”, con “un amore smisurato per la vita”. Così inizierà il suo percorso di transizione che lo porterà a diventare Antonia. Il viaggio a Milano, la prostituzione, l’emancipazione, l’amore e l’attivismo TLGB saranno tappe di un percorso che vedrà Antonia divenire una delle principali e influenti esponenti del movimento transgender in Italia. Antonia incontrerà il teatro nel quale ritroverà lo stupore e la meraviglia di quando, da piccola, trascorreva ore ed ore accanto al padre che lavorava come “maschera” al teatro del paese. Alessandra, una giovane farfalla monarca sopravvissuta a un incendio, aiuterà Antonia a scoprire la sua natura e la sua strada, in una vecchia valle incantata, un mondo una volta popolato da spiriti e fate, distrutta completamente dall’avidità degli uomini.

Anatomia di un amore” di Flaminia P. Mancinelli non si limita a esplorare il sentimento tra un uomo e una donna, difatti pone anche l'accento sulle difficoltà e i problemi che tormentano gli esseri viventi sul Pianeta Blu. Romanzo corale. Impostazione singolare. Scrittura tesa. È stato scritto tra il 1998 e il 2012 e pubblicato nel 2013; nel 2022 è arrivata la seconda edizione con la nuova copertina.  Indubbiamente l’argomento principale è l’amore, ma si parla anche di costume e di società e vi è una forte denuncia delle discriminazioniAnatomia amore nei confronti delle donne e delle persone LGBTQ. Pagina dopo pagina, il lettore si trova immerso nelle email dei componenti del gruppo PianetaQueer, fondato da Davide. Uno splendido caravanserraglio dove ci sono Soly che non sa come rispondere al desiderio di un figlio del suo compagno; Nicoletta, una lesbica che è rimasta imprigionata nella rete familiare e non riesce a trovare il proprio spazio; Luna, una transessuale che, nonostante i suoi dolori, ha ancora voglia di accogliere e soccorrere gli altri; Marco, il gay perennemente innamorato dell'amore; Pippo, il rivoluzionario che vorrebbe ribaltare il mondo; e Luca, un “fascistello” che ama provocare tutti gli altri: insomma, tanti personaggi, ognuno con la propria storia e le proprie fragilità.
Davide si interroga sulla propria esistenza e sulla necessità di essere amato, e incontra Micol, una donna che non riesce ad accettare la propria attrazione nei confronti di altre donne. E Davide, che ama perdersi nell'immaginario, riuscirà a coinvolgere Micol portandola in un territorio affascinante ma anche pericoloso. Un incontro, un percorso, una scintilla che obbligherà Davide e Micol ad affrontare i loro sentimenti più profondi, segreti e dolorosi, ad esaminare quelle paure che spesso hanno soffocato i loro slanci.
E poi compare “ombra” un personaggio insolito che si pone tra Davide e Micol e che li costringerà ad affrontare i loro sentimenti più profondi, segreti e dolorosi, mettendoli di fronte a scelte difficili da compiere.
Flaminia P. Mancinelli ha iniziato con “Gli insofferenti” nel 1997 e da allora non ha mai smesso, pubblicando romanzi, gialli e memoir. Una particolarità: nelle sue opere c’è sempre un personaggio Lgbtq.

“Il cielo d’erba” di Gianfranco Vergoni per Longanesi affronta il tema della transizione, in questo caso FtM. 
Francesco è un giovane disoccupato, spesso prigioniero delle proprie fragilità. Viola per lui è una rivelazione. Gli dà forza e fiducia in se stesso e lui la adora, adora tutto di lei. E anche Viola impara ad amarlo e ad aprirsi con lui, nonostante la propria natura un po' da gatto e un po' da istrice. È soltanto grazie a lei che Francesco ha imparato a guardare il mondo da una nuova prospettiva, capovolta. Le cose non Il cielo d'erbasono come sembrano, e non devono per forza andar sempre male. L'innamoramento porta alla convivenza e poi al matrimonio. Ma l'idillio dura poco, perché Francesco si accorge che Viola è sempre più cupa e scontrosa, c'è qualcosa che la tormenta e la divora da dentro. Il ragazzo decide di affrontarla e, sulla scorta di un terribile sospetto, le chiede se ci sia un altro uomo. E un altro uomo, in effetti, c'è: è Viola stessa. Viola che non è mai stata a suo agio dentro il corpo di una donna, dentro quell'identità. Viola che ha deciso di ascoltarsi, finalmente, e avviare il processo di transizione di genere. L'amore che prova per Francesco non è messo in discussione e lui, sospinto da un sentimento assoluto e incrollabile, cerca con tutto se stesso di accettare la situazione e di sostenere la moglie. Ma l'amore, il vero amore, può davvero resistere a tutto?
Lo consiglio perché aiuta a capire cosa significa transizione e non solo per chi l’affronta, ma anche per chi vive con la persona trans. Non è una passeggiata o un "capriccio" come molti sostengono.
Gianfranco Vergoni, perugino trapiantato a Roma è un grandissimo lettore da sempre, con “Il cielo d’erba” esordisce come scrittore di romanzi.

Bambi – Storia di una metamorfosi” di Emiliano Reali, per edizioni Avagliano, è dedicato a La Karl Du Pigné ovvero Andrea Berardicurti attivista LGBTQ e drag queen. Una trilogia in un unico volume per raccontare la trasformazione di Bambi, il suo coraggio, il cambiamento.
Bambi, seducente, misteriosa, bellissima si muove come una pantera nella notte romana in cerca delle sue prede, attira, soddisfa e poiBambi svanisce nel buio per tornare a indossare, alla luce del giorno, i panni di Giacomo. Ma chi è veramente Bambi? È quello che il lettore cercherà di scoprire nella prima parte del libro. Nella seconda parte, Bambi/Giacomo decide di iniziare il percorso per la rettifica del sesso biologico, passo decisivo verso una nuova vita. Il passato però non si cancella così, con un colpo di spugna... Nell’ultima parte Bambi è alle prese con l’amore, quello con la A maiuscola, ma non quello delle principesse, perché Bambi non inizia e non finisce nessuna favola. Anzi, è nella realtà che vuole tuffarsi, a testa alta e con tutto il cuore, orgogliosa delle proprie cicatrici. Ricco di personaggi festosi, eccentrici, tormentati, e pieno di colpi di scena, di pagine commoventi, di amore per la vita, seduzione e lacrime il romanzo porta a galla l’emisfero sommerso delle realtà transessuali.

“L’albero e la vite” di Dola de Jong, per La Nuova Frontiera, è ambientato ad Amsterdam nel 1938.
Erica entra nella vita di Bea come un temporale improvviso in un giorno di fine estate. Le due non potrebbero essere più diverse: Bea è misurata, razionale, vive ogni aspetto dell’esistenza con una sorta di passiva rassegnazione. Erica invece è ribelle, imprevedibile, Albero vitespericolata, ogni sua azione è dettata dall’irruenza del desiderio. Bea cerca costantemente di spiegarsi la natura della loro relazione, che diventa sempre più instabile e turbolenta, finché l’amicizia si trasforma in un amore inconfessabile. Non riescono a vivere insieme, né a stare lontane l’una dall’altra. Solo quando le ombre della guerra si allungheranno inesorabilmente sulle loro vite, Bea riuscirà ad accettare la natura della sua attrazione per Erica. Narrato in prima persona, "L’albero e la vite" scava nell’animo delle protagoniste alle prese con sentimenti e pulsioni considerati inammissibili da una società che si apprestava a vivere i momenti più bui della sua storia.
Dola de Jong è nata ad Arnhem nel 1911 ma ha trascorso la maggior parte della sua vita negli Stati Uniti, dove fu scoperta dal leggendario editor Maxwell Perkins. Ha scritto romanzi, racconti e libri per bambini e ha lavorato come lettrice di letteratura olandese per diversi editori americani. Nel 1964 ha ricevuto il premio Edgar Allan Poe per il giallo The Whirligig of Time. È morta nel 2003 in California.

“Ti prometto il giro del mondo” di Fabio Bo, per Bertoni editore, con l’amore tra Thomas e Fabrizio ci porta negli anni ’90. Ma c’è anche un ospite sgradito con tutti i disagi e le sofferenze che provoca. Ovviamente stiamo parlando di HIV, o meglio di AIDS.
Il romanzo narra tre momenti, tre stagioni della loro esistenza e tre luoghi: Friburgo claustrofobica e invernale, la Parigi della flânerie a primavera e la Sardegna edonista in piena estate. Un viaggio nella vita di una coppia segnata dall’incontro con Emilio e Dario, conosciuti in circostanze dolorose e i cui destini si incroceranno quasi per caso. “Ti prometto il giro del mondo” è un giallo dei sentimenti cheTi prometto il giro del mondo affronta temi quali l’Hiv, la depressione, la paura di amare e soprattutto di perdersi.
Una scrittura schietta, senza pietismi ma capace di suscitare emozioni profonde nel lettore. I mei personaggi preferiti: Esther e Ulli. Lo presenteremo in ASA-Associazione Solidarietà Aids.
Fabio Bo è nato a Roma nel 1955. Ha iniziato la professione di giornalista nel 1974. Vanta numerose e importanti collaborazioni. Negli anni Ottanta è redattore di Pace e Guerra, diretto da Stefano Rodotà e poi del quotidiano Reporter, diretto da Enrico Deaglio. Dal 1985 al 2001 ha collaborato come critico cinematografico con Il Messaggero. Dal 1999 al 2001, è stato consulente e selezionatore alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. Nel 1993 ha fondato Arcipelago, primo festival italiano dedicato ai cortometraggi. Dal 2010 al 2016, è stato direttore artistico del Torino Gay Film Festival. Ha pubblicato vari saggi di cinema e due monografie su Michael Cimino e Lars Von Trier (Dino Audino Editore). Nel 2003, ha pubblicato con due racconti nell’antologia Men (Mondadori).


Ho letto “Febbre” di Jonathan Bazzi, edito da Fandango Libri, in anteprima. L’ho apprezzato e ne ho organizzato la presentazione in ASA. Poi, piano piano, è diventato un best seller, entrando anche tra i candidati al premio Strega. Il suo autore è diventato una star ed è Febbrestato intervistato da molti periodici e invitato in numerose TV. Per un po’ di tempo si è parlato di HIV. Poi è tornato il silenzio tombale. Peccato.
Romanzo di formazione si legge tutto d’un fiato. L’autore, sia nella parte dedicata al passato che quella riservata al presente e all’HIV, riesce a coinvolgere il lettore. Paure, soprusi, gioie, pregiudizi, sentimenti sono ben raccontati e vi assicuro che Jonathan, scavando nelle sue emozioni, vi consegna la sua parte più intima. Un romanzo che fa riflettere, non solo sull’HIV e che mi piacerebbe venisse letto nelle scuole.
Nel 2022, edito da Mondadori, è arrivato in libreria il suo nuovo romanzo: “Corpi minori”.

I grandi sognatori” di Rebecca Makkai per Einaudi è ambientato a Chicago tra il 1985 e il 2015. Sì, si parla di HIV/Aids ma senza autocompatimento, con un linguaggio asciutto, quotidiano, e dialoghi rubati alla realtà. A chi c'era nel 1985, può scappare la lacrimuccia.Grandi sognatori A me è successo.
Al giovane Yale Tishman non manca niente: ha un lavoro gratificante, una relazione stabile, un gruppo affiatato di amici. Ma il mondo intorno a lui sta crollando. La nuova epidemia di Aids si diffonde rapidamente e lui vede ammalarsi e morire molti amici. Nel 2015 è tutta un'altra storia, anche se ritroviamo alcuni personaggi, sono passati 30 anni e molte cose cambiano. Non è detto che sia solo in meglio.
Se avete voglia di un bel romanzo, lo avete trovato.

 

Saggi

Inizio con due saggi a cui tengo molto: “In altre parole. Dizionario minimo di diversità” di Fabrizio Acanfora per effequ e “Parole fuori norma: per una grammatica della trasgressione” di Dario Accolla per PM edizione.
Scrive Fabrizio Acanfora nella premessa di “In altre parole. Dizionario minimo di diversità”: “In quanto autistico e omosessuale mi trovo in una posizione che potrebbe apparire favorevole per parlare di diversità, della naturale intersezionalità di ogni categoria e del In altre parolebisogno di utilizzare un linguaggio che rispecchi le identità di ciascuna persona. Eppure mi sono accorte che il mio contributo rimane relativo al mi personale vissuto… Diversità equivale a dire umanità; essa non definisce una particolare categoria di esseri umani, ma descrive tuttƏ noi”.
Lo scopo di questo dizionario emotivo non è infatti spiegare il significato letterale di alcuni termini, ma di mostrare le conseguenze che il linguaggio ha sulla visione della diversità. Termini come esclusione o normalità, vocaboli come identità, orgoglio o consapevolezza, sono comuni a tutti gli esseri umani i importanti per chi appartiene a una qualsiasi minoranza. Partendo dalla neurodiversità, si esplorano le parole che costellano tutte le altre forme di diversità: culturali, religiose, sessuali e di genere, legate alla differente funzionalità fisica.

Insegnante e attivista Dario Accolla LGBTQ ha pubblicato numerosi saggi, in “Parole fuori norma: per una grammatica della trasgressione” analizza i cambiamenti che attraversano la nostra società partendo dalle parole. Cambiano abitudini e costumi, in un processo di lunga durata che a volte va avanti per balzi improvvisi. E cambia, inevitabilmente, la lingua che usiamo per descrivere laParole fuori norma realtà che ci circonda. Questi due “percorsi” a volte si intrecciano, a volte proseguono autonomamente, osservandosi a distanza. Accolla studia questo doppio processo attraverso l’analisi di alcune parole chiave. Esse sono portatrici di concetti poi mutati nel tempo e nello spazio: quali famiglia, genere, matrimonio, ma anche norma, natura, trasgressione e altre ancora. L’analisi etimologica e storica di questi termini può aiutarci a capire la qualità del cambiamento in atto. Facendo della questione Lgbt+, tradizionalmente considerata marginale rispetto ad altre tematiche, una chiave di lettura del presente. E che ci interroga, tutti e tutte, sull’idea di società̀ che vogliamo costruire per il futuro.

 

“Economia Queer. Perché i diritti civili sono un vantaggio per tutti” di M. V. Lee Badgett con Traduzione di Stefano Valenti per il Saggiatore, invita a guardare alle lotte per i diritti civili e l’uguaglianza da una prospettiva inedita: quella del denaro.
Combattere le discriminazioni nei confronti delle persone Lgbt non è solo un fatto morale. È anche un fatto economico: ogni anno, Economia queerinfatti, l’omobitransfobia costa agli stati più di un punto percentuale del Pil. Miliardi, decine di miliardi di euro. M.V. Lee Badgett ha passato anni a esaminare i modi con cui leggi persecutorie, atti di violenza diretta o indiretta, pratiche di emarginazione e di isolamento delle persone queer impattano sulla salute e sulle casse delle società, oltre che sulla vita dei singoli. Il risultato è un’analisi articolata e stratificata degli effetti negativi concreti di queste azioni sul mondo del lavoro e della sanità, sui consumi e sulla produzione, sul pubblico e sul privato. Intrecciando studi di settore, dati provenienti da tutto il mondo, ricerche pionieristiche e testimonianze delle persone coinvolte, in quest’opera Badgett dimostra come diritti civili e prosperità siano legati gli uni agli altri e come impedendo a una fetta della popolazione di lavorare al meglio, di esprimere le proprie potenzialità creative e professionali, di vivere una vita sana e di fornire il proprio pieno apporto alla società, l’intera impalcatura economica ne risente. Con lucidità e passione, “Economia Queer” rivela in modo nitido il «costo» dell’odio, mostrando come fare di tutto perché questo non accada dovrebbe essere interesse della politica e in primis del mondo aziendale: il futuro di una società florida, capace di fare buon uso dei propri talenti passa senz’altro da qui.

Queer Fobia – Racconti, poesie e immagini di odio quotidiano” curato da Giorgio Ghibaudo e Gianluca Polastri, per D editore, racconta delle migliaia di persone che ogni anno subiscono una qualche forma di violenza a causa del proprio orientamento sessuale o della propria identità di genere. Anche se la narrazione mainstream tende a presentarci un mondo sempre più inclusivo, i dati ciQueer fobia mostrano che non solo le forme di discriminazione stanno aumentando, ma anche i discorsi d’odio di leader politici e religiosi sono sempre più feroci. Bullismo, mobbing, violenza fisica e psicologica sono piaghe con cui la maggior parte delle persone LGBT+ deve fare i conti. “Queerfobia” è un testo che vuole mostrare, con racconti, poesie e immagini, quest’odio quotidiano. Attraverso le quarantadue penne che danno forma al saggio, Giorgio Ghibaudo e Gianluca Polastri hanno composto un mosaico di esperienze capace di mostrare, senza pietismo ma anche senza censure, uno stato di cose che è necessario cambiare. Queerfobia è l’urlo, feroce e dolce, di chi non accetta strumentalizzazione o discriminazione.  
In un Paese civile questo testo dovrebbe essere letto e commentato nelle scuole… in Italia il Senato ha affossato la legge contro l’omotransfobia, esultando per aver affossato il diritto.            

Queer” di Maya De Leo per Einaudi propone la prima storia completa delle sessualità e delle identità LGBT+ in Occidente dal XVIII secolo al tempo presente. Intrecciando nell'analisi una varietà di fonti, dalle memorie alla letteratura, dalla trattatistica alla cronaca, il libro offre una lettura inedita della storia contemporanea: dal ruolo della sessualità nella formazione degli stati-nazione, alle guerre mondiali, dal giro di vite del dopoguerra alla rivolta di Stonewall, dalla crisi dell'HIV alla rivoluzione queer degli anni Novanta, fino alle Queernuove sfide degli anni Duemila con la loro apertura verso il futuro. A partire dal Settecento, i più diversi campi del sapere sembrano esprimere un rinnovato interesse, animato da una nuova volontà di controllo e disciplinamento, verso sessualità e identità di genere: chi e cosa è "normale"? E perché? La storia di queste domande è intrecciata a quella delle risposte, individuali e collettive, resistenti e creative, prodotte dalla comunità LGBT+: una storia che abbraccia ben più dei destini di una minoranza e parla al nostro presente nella sua interezza. L'obiettivo di questo libro è di interrogare storicamente il processo che conduce all'individuazione di un gruppo della popolazione accomunato da alcuni tratti che sfuggono alle norme su genere e sessualità dell'età contemporanea, messe a punto teoricamente nell'Occidente europeo e nordamericano tra il XVIII e il XIX secolo e contestualmente tradotte in pratiche concrete che ancora oggi regolano le nostre vite. La comunità così individuata non è qui considerata come un gruppo omogeneo: al centro di questo volume si trovano, al contrario, proprio le differenze – e i conflitti – tra le varie soggettività ed esperienze che animano un insieme eterogeneo, dislocato su scenari culturali e geografici profondamente diversificati. Una trama discorsiva comune, tuttavia, innerva il campo dei saperi e delle pratiche relative a generi e sessualità informando l'intero spazio sociale e culturale: è la tessitura di questa trama che il libro si propone di restituire a chi legge.
Maya De Leo è docente a contratto di storia dell’omosessualità presso il corso di laurea in DAMS dell’Università degli studi di Torino ed è stata docente a contratto di Storia di genere presso il Corso di laurea magistrale in Scienze Storiche dell’università degli studi di Genova.

Partendo da un «caso insoluto», “Il delitto di Giarre” di Francesco Lepore (Rizzoli) ripercorre le battaglie del movimento LGBT+ in Italia.
Quasi abbracciati e mano nella mano, uccisi entrambi da un colpo di pistola alla testa. Furono trovati così a Giarre, il 31 ottobre 1980, sotto un enorme pino marittimo nella Vigna del Principe, i corpi del venticinquenne Giorgio Agatino Giammona e del quindicenne Antonio Galatola, detto Toni. I due erano scomparsi quattordici giorni prima. Subito, nella cittadina del catanese, si inizia a vociferare di doppio suicidio, o di omicidio-suicidio. Per tutti, in paese, le vittime erano i ziti – «i fidanzati» – e Giorgio veniva ormai da tempo additato quale puppu cu bullu: un «frocio patentato», insomma, accusato di aver traviato un giovane innocente. A rendere inaccettabile quellaIl delitto di Giarre relazione era, in realtà, solo l’orientamento sessuale dei due: a quella stessa società sembrava assolutamente normale che una sorella di Toni fosse andata via di casa a dodici anni, e a quindici fosse già madre. Intanto, mentre i parenti delle vittime si affannano a negarne l’omosessualità, le indagini si infrangono contro un muro di silenzio e i punti da chiarire restano tanti. Com’è possibile che i cadaveri siano stati rinvenuti in una zona battuta, a poche centinaia di metri dalla caserma dei carabinieri? E come conciliare la posizione dei corpi e la traiettoria dei proiettili con l’ipotesi di suicidio-omicidio? Infatti, di lì a pochi giorni, il tredicenne Francesco Messina – nipote di Toni – confessa: i due l’hanno supplicato di ucciderli, e sono arrivati persino a minacciarlo di morte se non li avesse aiutati. Poi, però, il ragazzino ritratta, sostenendo di aver confessato dietro pressione delle forze dell’ordine. Quello che è certo è che Giorgio e Toni sono stati uccisi dal pregiudizio di una intera comunità nei loro riguardi. La vicenda scosse fortemente l’opinione pubblica, che fu portata per la prima volta a riconoscere l’esistenza dell’effettiva discriminazione verso le persone omosessuali. Come diretta conseguenza, il 9 dicembre 1980, sull’onda emotiva della grande manifestazione tenutasi a Giarre, veniva fondato a Palermo il primo nucleo di Arcigay, la più importante associazione LGBT+ italiana. Attraverso l’attenta ricostruzione del delitto (alla luce delle carte processuali, degli articoli coevi, di testimonianze provenienti dall’ambiente familiare degli ziti, da quello civico giarrese e da quello degli attivisti/e) Francesco Lepore racconta quattro decenni di battaglie e rivendicazioni del movimento LGBT+ italiano.
Francesco Lepore è giornalista e studioso di storia della spiritualità cristiana in epoca medievale e moderna. Si occupa di Vaticano e temi LGBT+ per Linkiesta, su cui cura anche il blog quotidiano in lingua latina O tempora, o mores che ha avuto una citazione anche sul New York Times.

Nel 2020 Simone Alliva ha pubblicato “Caccia all’omo” e nel 2021 “Fuori i nomi”.
Il primo è un viaggio nel paese dell’omofobia con racconti e testimonianze. L’autore ha viaggiato da Nord a Sud per raccogliere le storie Caccia all'omodi chi ha provato e prova sulla propria pelle gli effetti di un continuo incitamento all’odio, della continua negazione della propria esistenza. Un’inchiesta accurata, la prima nel suo genere, con numeri alla mano e l’analisi approfondita delle ragioni e delle conseguenze di un tale inasprimento dei toni del dibattito, che ci consegna un importante monito: si è aperta la caccia ai “diversi”, e quando le mani sono armate nessuno può considerarsi al sicuro. Ottima inchiesta che indaga la violenza omotransfobica in Italia.
Sulla quarta di copertina di “Fuori i nomi” di Simone Alliva, edizioni Fandango, c’è scritto: “Serve ricordare il passato perFuori i nomi immaginare il futuro”, una sintetica spiegazione di cosa si propone l’autore.
Infatti, questo non è un volume di storia, è un libro di vite, di incontri, scontri e coincidenze. Fondato nel 1971 Fuori! è stato il primo Movimento di liberazione sessuale italiano. A distanza di cinquant’anni dalla nascita la comunità e i suoi protagonisti si raccontano in una raccolta unica, fatta di storie e di parole di chi ha resistito alla piaga mortale dell’Aids, alla violenza della destra religiosa, all’omotransfobia, politica e sociale che ancora oggi non consente la piena uguaglianza di diritti. L’autore mette in luce le radici storiche di un movimento, attraverso le parole di chi quelle battaglie, le ha combattute in prima persona. Se volete saperne di più sul Movimento, ve lo consiglio.
Giornalista professionista, Simone Alliva vive a Roma dove scrive di cronaca politica e diritti civili.

La terra non è piatta. Mondo lgbtiq*, femminismi plurali e femminismi escludenti” un saggio corale edito da Asterisco con le voci di Lidia Cirillo, Carlotta Cossutta, Paola Guazzo, Mauro Muscio, Roberta Padovano, Marta Palvarini e l’introduzione di Sara Garbagnoli.
La terra non è piattaLa convinzione che la terra sia piatta deriva da una fausse évidence. E a una falsa evidenza è legata l’idea che la biologia sia il destino. Ma il sesso come sistema binario evidente non è più sovrano.
Tensioni e conflitti si sviluppano attorno a nuove configurazioni biopolitiche, che persino alcune femministe tendono ad assimilare, se non a rigettare attraverso campagne straripanti di fake news e parole d’odio.
Ma la terra è rotonda e ha un futuro femminista, transfemminista e queer.

 

“Nata con noi” di Eugenia Romanelli e Rory Cappelli per Giunti racconta la storia di Barbara che, insieme alle sue mamme, Eugenia e Rory, un gigantesco cane grigio e un gatto sordo, cresce ed evolve in una famiglia piena di armonia, stabilità e amore, tra animate discussioni, episodi divertenti e dialoghi dolcissimi. Fuori, però, la quotidianità è popolata di dubbi, ostacoli e rifiuti, e occorre moltaNata con noi determinazione per trasformare l’ignoranza e la paura di ciò che non si conosce in comprensione e rispetto delle unicità. Una famiglia voluta e conquistata giorno dopo giorno grazie alla tenacia di due donne che, senza esempi alle spalle né modelli di riferimento, senza leggi né aiuti, hanno realizzato il loro sogno e, al tempo stesso, segnato una svolta epocale in Italia. Smontando stereotipi e affrontando discriminazioni e pregiudizi, hanno aperto un varco affinché, anche per tutti gli altri, i limiti possano diventare nuovi orizzonti. Fino a pochi anni fa, nel nostro Paese, una famiglia così non sarebbe stata nemmeno immaginabile senza risultare trasgressiva, scandalosa, offensiva, perfino illegale. Oggi, invece, è una realtà, ma la strada perché le sia riconosciuto il diritto di esistere è ancora in salita.

“Sì, lo voglio” di Giovanni Follesa per People, con la prefazione di Nichi Vendola, racconta la storia di alcune coppie, una per regione, che all'indomani dell'approvazione della Legge Cirinnà hanno deciso di sposarsi. La legge N.76 è stata approvata il 20 maggio 2016, il testo regolamenta le unioni omosessuali. Purtroppo in Italia non esiste il matrimonio egualitario e dubito che con questo governo si lo vogliocambierà qualcosa.
Ogni coppia, nel presentarsi, mette a nudo se stessa: l'amore, i sogni, i problemi quotidiani, il coming out, le aspirazioni, il futuro da immaginare e costruire giorno dopo giorno. È una testimonianza personale e intima del percorso familiare, un approfondimento sulle dinamiche sociali nel nostro Paese, una riflessione sul significato di famiglia. Una narrazione dalla matrice realista, tra cronaca e letteratura; un testo atipico che va oltre l’usurata retorica della diversità. “Sì, lo voglio!” è un libro ricco di umanità, che più di tutto vuole invitare alla riflessione chi ancora non sa comprendere che la famiglia non è unica, ma ne esistono diverse. Senza discriminazioni… Una narrazione dalla matrice realista, tra cronaca e letteratura; un testo atipico che va oltre l’usurata retorica della diversità. Sì, lo voglio! è un libro ricco di umanità, che più di tutto vuole invitare alla riflessione chi ancora non sa comprendere che la famiglia non è unica, ma ne esistono diverse. Senza discriminazioni.

Ti dico un segreto. Virginia Woolf e l’amore per le donne” di Eleonora Tarabella, Iacobelli Editore.
Su Virginia Woolf - una delle massime e più luminose figure della letteratura del Novecento - molto è stato scritto, facendone un monumento quasi inavvicinabile. Ma forse, suggerisce Eleonora Tarabella, occorre restituire a Virginia quello che è di Virginia. Innanzitutto, smentendo l'immagine consolidata della donna depressa che finì col suicidarsi: in realtà lei aveva un carattere vivace e unaTi dico un segreto grande ironia, come testimoniano molte e molti suoi contemporanei. Poi l'idea di una sua personalità algida e intimorente, perché invece sapeva godere anche dei piccoli e grandi piaceri della vita, come di un buon bicchiere di vino rosso o di una passeggiata in campagna. Ma soprattutto, piuttosto trascurati sono in Italia gli aspetti della vita e dell'opera di una scrittrice che ebbe profondi rapporti con le donne, che amò intensamente, con cui ebbe forti rapporti di amicizia, delle quali scrisse con finissima capacità di comprensione, forte empatia e ammirazione. Il volume approfondisce gli aspetti lesbici, bisessuali e queer della persona Virginia - che pure mai si dichiarò lesbica, pur vivendo in un ambiente in cui non si nascondevano le inclinazioni sessuali - forzando la reticenza della stessa scrittrice e uscendo dal silenzio di gran parte dei suoi biografi e critici. Uno studio appassionato e non accademico pur se molto documentato, in cui si racconta di «alcuni uomini importanti nella vita della scrittrice ma soprattutto di molte donne e dell'amore che manifestò loro in forme differenti. Che fosse sincero e puro o solo letterariamente immaginato fu amore. Sempre e comunque amore».

I due volumi “Anni Positivi 1991 – 2002 e Anni Positivi 2003-2020” a cura di Marinella Zetti in autopubblicazione con il contributo di Amazon, raccontano la storia dell’HIV in Italia attraverso i 30 anni di EssePiù, il periodico di ASA-Associazione Solidarietà AIDS. Nata nel 1985, è stata tra le prime associazioni a occuparsi di HIV e Aids, io ho iniziato a far volontariato nel 1990 e ho perso tante amiche e amici. Il libro nasce per ricordare il lavoro di tanti volontari e leAnni Positivi persone che non ci sono più ma che hanno contribuito a far crescere ASA e a renderla così “speciale”.
Siamo nel 1991 e l’AIDS sta mietendo vittime. Tante. Troppe.
Nei tempi più bui di HIV e AIDS era necessario accendere una luce. Qualcosa in grado di portare informazioni, notizie e, soprattutto, speranza. ASA lo ha fatto, anche dando vita a EssePiù. Nato alla fine del 1990 come “Bollettino dei Gruppi di Auto-Aiuto”, dal 1991 ha continuato la pubblicazione in modo più strutturato.
Nel 2021 in cui ricorrono i 40 anni del virus, ASA propone un viaggio nell’HIV attraverso i testi pubblicati dal periodico dal 1991 al 2020. Le prefazioni di Giovanni Dall’Orto, Fabrizio Caprara e Massimo Cernuschi, contribuiscono a farci compiere il salto temporale. E poi c’è l’intervento di Daniele Calzavara, responsabile di Milano Check Point, che spiega le percezioni e le emozioni di chi quegli anni non li ha vissuti ma si ritrova oggi a combattere con il pregiudizio nei confronti dell’HIV.
L'illustrazione di copertina è di Gionatan Fiondella dei Conigli Bianchi.
Il saggio viene proposto in due volumi: il primo comprende gli articoli tratti da EssePiù dal 1991 al 2002, il secondo quelli dal 2003 al 2020.

 

Fumetti e musica

Il mondo del fumetto è diventato più grande, da quando nel suo cielo splende la stella di Fumettibrutti, a indicare una strada a chi porta avanti battaglie per libertà e diritti ancora troppo spesso negati. Scrittrice, illustratrice, artista dal segno unico e inconfondibile, Adolescenza transJosephine Yole Signorelli si è sempre messa in gioco in prima persona, trasformando il proprio vissuto in materiale narrativo attualissimo e universale. La sua trilogia (Romanzo esplicito, P. La mia adolescenza trans e Anestesia), edita da Feltrinelli, è già considerata un classico, un manifesto. Oggetto di culto, di studio e di amore. Tuttavia, rappresenta soltanto una parte di una vasta produzione, cominciata e cresciuta soprattutto in Rete, dove ogni giovedì Fumettibrutti pubblica una sua opera. Proprio dall'atteso appuntamento settimanale con i lettori nasce e prende il titolo l’antologia “Ogni giorno una striscia”. Ad arricchirla, una storia inedita realizzata per l'occasione, ideale crocevia di tematiche e stili sviluppati in territori e formati differenti con forza, coerenza e coraggio unici.

Gertrude Stein e la generazione perduta” di Valentina Rossetti e Eva Grande racconta l'anello di congiunzione fra arte e letteratura, fra America e Francia durante le avanguardie del Novecento, fra amore, passioni personali e questioni di genere. Gertrude Stein nasceGertrude Stein negli Stati Uniti da una ricca famiglia ebraica di origine tedesca. Agli inizi del Novecento si stabilisce a Parigi dove vive con il fratello Leo e poi con l'inseparabile Alice B. Toklas sua compagna fino alla morte. Nella sua casa di Rue de Fleurus si incontravano ogni sabato artisti e scrittori, americani ed europei: Sherwood Anderson, Ernest Hemingway, Francis Scott Fitzgerald, Braque, Matisse e Picasso, rappresentanti di quella che lei definì ironicamente "generazione perduta".

 

Queer. Una storia per immagini” di Meg John Barker e Jules Scheele per Fandango Libri. L’attivista e il fumettista Queer Una storia per immaginiilluminano la storia del pensiero queer e dell’azione LGBTQ+ e il modo in cui teoria e attivismo si sono incrociati e, spesso, scontrati. Un documentatissimo saggio a fumetti dove un caleidoscopio di personaggi provenienti dai mondi della cultura pop come Lady Gaga, del cinema come James Bond, del mondo accademico come Michel Foucault e Andre Lord ci guidano alla scoperta delle idee, delle persone e degli eventi che hanno plasmato l’immaginario contemporaneo delle teorie gender e queer. Lucido, divertente, dedicato a tutte le generazioni e a tutti quelli che sono disposti a metter in gioco le proprie convinzioni.

 

E per finire due saggi dedicati alla musica: “L’anello di Bindi” e “Donna Summer la voce arcobaleno”.

L'anello di Bindi. Canzoni e cultura omosessuale in Italia dal 1960 a oggi” di Ferdinando Molteni con la prefazione di Paolo Rumi, per VoloLibero, rende omaggio a un artista che fu crocifisso per la sua omosessualità e, a quella croce, è rimasto appeso per anni, fino alla Lanello di Bindimorte. Oggi Sanremo ospita decine di artisti che con l’estetica gay giocano, talvolta in modo parodistico e, senza neppure rendersene conto, sbeffeggiano e umiliano quanti hanno lottato perché le loro paillettes fossero bene accette sul palcoscenico più reazionario e retrivo d’Italia. In questo libro troviamo innumerevoli canzoni che a vario titolo – anche attraverso l’ironia – sono legate al tema dell’omosessualità, interpretate da artisti che nei loro diversi approcci ne hanno raccontato il mondo. Ivan Cattaneo, Gian Pieretti, Alfredo Cohen, Gianna Nannini, nonché gli imperscrutabili Renato Zero e Lucio Dalla, i dissacranti Skiantos ed Elio e Le Storie Tese: un pugno di nomi tra i molti citati, alcuni dei quali assurti a icone gay come Raffaella Carrà.
Ferdinando Molteni è giornalista, saggista, docente e musicista che si occupa, da molti anni, di canzone d’autore italiana. Paolo Rumi è un Copywriter, Direttore creativo e scrittore italiano.

Donna Summer. La voce arcobaleno. Da disco queen a icona pop” di Andrea Angeli Bufalini e Giovanni Savastano, per Coniglio Editore, con la prefazione di Pete Bellotte, è dedicato alla regina della disco e pop music. È stato presentato lo scorso 13 aprile a Milano,Donna summer proprio il giorno in cui nel 1979 veniva pubblicato Hot Stuff, primo singolo di Donna Summer, tratto dal doppio album mutimilionario Bad Girls che rivoluzionò la storia del pop combinando la regnante disco music di quel periodo con il rock classico.
Prima artista afroamericana ad aver vinto un Grammy nella categoria “rock” (proprio con Hot Stuff), Donna Summer ha rivoluzionato l’idea stessa di musica. A dieci anni dalla sua prematura scomparsa i due autori le rendono un doveroso tributo in un libro elegante, condito da loro interviste inedite alla cantante, retroscena e aneddoti curiosi, con oltre 500 illustrazioni che piaceranno non soltanto ai numerosissimi fan dell’artista, ma anche a coloro che desiderano riscoprire i risvolti di un’epoca ancora attualissima.

Buona lettura!
Marinella Zetti