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Trasformare la passione in lavoro

Lo ha fatto Alessandro Vercellotti nel 2018 quando ha aperto “Legal for Digital”, il primo studio legale in Italia specializzato unicamente in diritto del web. Ecco cosa fa un avvocato digitale. 

 

Da avvocato comune a avvocato digitale. Trasformare la passione in lavoro. Alessandro Vercellotti lo ha fatto nel 2018, aprendo “Legal for Digital”, il primo studio legale in Italia specializzato unicamente in diritto del web.
Ed proprio lui a spiegarci cosa fa un avvocato digitale.

 

D. Quando e perché hai deciso di diventare un “avvocato digitale”?
R.
Nel 2018 ho iniziato la mia carriera come avvocato del digitale ma tutto è nato da una passione: il mondo del digitale.
Partendo proprio dalla passione ho deciso in formarmi nel legal tech e questo mi ha permesso di propormi a potenziali clienti che non cercavano più l’avvocato classico o l’avvocato di famiglia ma un professionista specializzato in questa materia.
Sicuramente il momento storico è stato quello più propizio, in quanto nel 2018 era appena entrato in vigore il Gdpr, la nuova normativa privacy, ma probabilmente anche il mercato era pronto per questa nuova specializzazione.
Il poter coniugare passione e professione mi ha permesso di costruire il lavoro della mia vita e riuscire a farlo con un discreto successo e soprattutto tanta soddisfazione.

 

D. Cosa significa essere un “avvocato digitale”?
R.
L’avvocato del digitale di base è un avvocato, ma con una forte competenza in ambito digitale sia a livello teorico che tecnico.
Proprio per questo ho studiato molto e non solo materie legali; infatti, ho un executive master in marketing management e ho frequentato vari corsi in social media marketing, content marketing, growth hacking e così via.
Queste competenze mi hanno permesso di conoscere il terreno in cui operano i miei clienti e quindi prima ancora di offrire risposte corrette alle loro domande, poterli ascoltare e capire al volo le loro esigenze.
L’altro lato positivo di questa professione è che, essendo entrato in contatto con queste attività e avendo acquisito forti competenze in materia, ho potuto fare una promozione performante del mio lavoro al pubblico.
Oggi sempre più colleghi si affacciano a questa materia e questa è una notizia fantastica perché c’è tanto bisogno di avvocati specializzati nella materia ma la cosa da non sottovalutare mai è l’acquisizione delle competenze complementari al legal tech per dare un servizio più completo e performante.

 

D. Quali sono le “trappole” in cui può cadere un autore indie?
R.
Le trappole sono praticamente infinite!
Si parte dalla gestione del progetto e quindi dall’analisi legale del progetto per capire se questo sia legalmente inattaccabile o come vada modificato per renderlo compliant.
Alessandro Vercellotti2Poi il secondo ambito è quello contrattuale: con i collaboratori, con agenzie di comunicazioni, con le piattaforme di pubblicazione ed eventualmente con casa editrice.
Il concetto fondamentale è capire quali diritti abbiamo sul nostro progetto e quali diritti stiamo conferendo a soggetti terzi con tutte le valutazioni del caso da fare.
Si pensi ad esempio la cessione dei diritti sul testo scritto per 10 anni oppure a un correttore di bozze che vuole una percentuale sui testi venduti e così via.

 

D. Quali servizi consigli agli autori?
R.
Partire dall’analisi del progetto permette di definire i contorni del libro che voglio pubblicare ma anche individuare gli eventuali pericoli noti o ignoti.
La costante che posso individuare è proprio la mancanza di comprensione di alcuni problemi che sono ignoti per il cliente.
Questo è normale perché difficilmente un autore ha una competenza legale molto forte in materiale e direi che è anche normale che sia così e proprio per questo serve un avvocato specializzato in materia.

 

D. E i costi?
R.
Definire a priori i costi è difficile perché le variabili sono davvero tante. Sicuramente partire da un’analisi del progetto permette di mettere a terra quelle che sono le esigenze, gli obiettivi e quindi anche i costi del progetto.
Il punto di vista da considerare non è tanto quello dei costi ma dell’opportunità di una tutela legale preventiva perché un progetto non legalmente blindato è un progetto che può portare più rischi che opportunità.
Inoltre, quanto si ha un sogno, quindi qualcosa di molto importante a cui si tiene molto, è nostro dovere proteggerlo al meglio, anche dal punto di vista legale.
Consideriamo anche che i costi della gestione di una controversia già esplosa sono in media sono di 7 volte superiori ai costi di una consulenza preventivo per la gestione di un progetto.

 

D. Un caso che ti ha particolarmente colpito.
R.
Senza fare nomi per ovvi motivi di privacy, posso raccontare il caso di un autore che in una vita professionale precedente era stato in stretto contatto con un personaggio famoso al quale si era affezionato particolarmente nel tempo.
Alla morte di quest’ultimo l’autore ha pensato di scrivere un libro sulla vita di questo personaggio andando anche a raccontare episodi di vita vissuta con lui.
Dopo aver scritto il testo e prima di pubblicare, grazie a degli amici nel settore, ha avuto la possibilità di entrare in contatto con una importante casa editrice.
Viene raggiunto un accordo, si arriva alle firme e viene pagato anche un anticipo ma qualcosa va storto.
Infatti, l’autore entra in contatto con una delle figlie del defunto e questa in men che non si dica ha fatto mandare una lettera di diffida per bloccare la pubblicazione del testo.
Risultato: contratto strappato, restituzione di quanto pagato, progetto bloccato, figuraccia con l’editore, causa legale sfiorato e soprattutto tanto tanto tempo perso.
Tutto questo poteva essere evitato con una consulenza preventiva che avrebbe potuto modificare il progetto e renderlo legalmente inattaccabile

Se volete saperne di più visitate il suo sito.
(a cura di MZ)