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Leggere, secondo Maria Cristina Bianchi

 

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La lettura la accompagna da sempre, da quando è in pensione dedica più tempo ai romanzi e meno ai testi professionali. Legge e-book per comodità e libri di carta per passione.

 

D. Quando vuoi rilassarti preferisci: guardare la televisione, andare al cinema o leggere un libro?
R. Dipende dalla giornata, dagli impegni avuti, dalla stagione: d’inverno amo molto andare al cinema, trascorrere parte del pomeriggio in casa sprofondata in letture, d’estate spesso sono per mare, senza tv, in mezzo ad una natura intensa che mi porta a essere sazia di vento e di salsedine. La lettura mi accompagna sempre, in tutte le stagioni, a volte è più intensa, totalizzante, risponde a urgenze interiori, a volte è meno pressante ma sempre presente perché non posso fare a meno di sfogliare un quotidiano o di mantenermi comunque informata online.

D. Dove leggi abitualmente: in poltrona, a letto, alla scrivania? Se potessi scegliere, quale sarebbe il tuo luogo ideale per la lettura?
R. Leggo dappertutto; a Milano ho una poltrona tutta mia particolarmente comoda che mi consente anche di chiosare e prendere appunti, cosa che non faccio la sera in camera da letto quando leggo, sempre, prima di addormentarmi o in barca dove solitamente mi ritrovo a leggere nelle posizioni più scomode che puoi trovare su una barca a vela fino a quando il mal di mare non mi obbliga a interrompermi. Ho letto per anni anche alla scrivania del mio studio. Si trattava di una lettura intensa dettata dal lavoro: rassegne stampa, tantissimi quotidiani nazionali e internazionali letti con la tecnica della lettura rapida che mi ha aiutato moltissimo ma che crea anche una sorta di nevrosi, ritagli, approfondimenti sugli ambiti che seguivo. Una lettura molto collegata al lavoro, all’informazione, alla cronaca e meno al piacere o meglio ad altri interessi personali. Forse è per questo che ora, in pensione con il privilegio e la libertà di organizzare la mia giornata, tendo a leggere altrove, in uno spazio e un luogo più intimo. Anche nel medesimo studio di casa dove ho lavorato per anni, ora mi accomodo su una poltroncina diversa, meno rigida e funzionale nell’estetica, credo più accogliente, lei stessa più disponibile a non essere scandita dall’urgenza. Forse il mio luogo ideale di lettura è su un terrazzo di una casa isolata, in mezzo al silenzio e alla natura.

D. Nel suo famoso Decalogo, al terzo posto, Daniel Pennac sancisce il diritto del lettore a “non finire il libro”: tu hai seguito questo consiglio? Se sì, con quale libro e perché?
R. Pennac mi ha aiutato a riconoscere il diritto di interrompere la lettura ma nonostante questo non sono mai riuscita a non terminare un libro. Non so se per senso di colpa verso l’abbandono o altro! Mi è capitato di lasciare dei volumi sul comodino per alcuni giorni, anche per alcune settimane, iniziando a leggerne degli altri, ma prima o poi sono sempre ritornata sui miei passi, riprendendone e ultimandone la lettura. Mi sembra rispettoso nei confronti dell’Autore o dell’Autrice. Ovviamente parlo di letture scelte da me. Mi è capitato invece di ricevere in regalo dei libri che non mi interessavano: li ho come dice Pennac, “spizzicati”, leggendone la quarta di copertina, l’indice, qua e là qualche pagina, ma non ne ho iniziato la lettura. E per evitare il rischio di ritrovarmeli ancora tra le mani li ho a mia volta regalati.

D. Qual è il libro -o i libri- che più hai amato? E quello o quelli che si sono rivelati una delusione?
R. Difficile farne un elenco! Ci sono stati periodi di letture diverse, legate agli studi fatti, alla storia della grande letteratura europea e statunitense, alla scoperta della politica, del femminismo, dei diritti delle donne, della tecnologia, dei cambiamenti socio-culturali. Se penso a libri che hanno lasciato tracce su di me per motivi diversi, segnalo in ordine sparso “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi” di Pavese, “L’età forte” e il “Secondo sesso” di Simone de Beauvoir, “Alla ricerca del tempo perduto” di Marcel Proust ma anche “L’insostenibile leggerezza dell’essere” di Milan Kundera, “Le città invisibili” di Italo Calvino, “La porta” di Magda Szabo, la trilogia di Kent Haruf “La gioia di scrivere”. Tutte le poesie di Wislawa Szymborska, “Amare ancora” di Doris Lessing, “Il sussurro del mondo” di Richard Powers, “Le poesie” di Mario Benedetti. Mi hanno deluso “Oblomov” di Gonkarov, “Caos calmo” di Sandro Veronesi, “Applausi a scena vuota” di David Grossman.

D. Cosa cerchi in un libro? Cosa attira di più la tua attenzione: la copertina, il titolo, l’autore, la bandella con la storia?
R. Emozioni, storie, spazi per nuove conoscenze ed esperienze, echi e instabilità della condizione umana. Credo che siano queste le cose che più ricerco in un libro. Cosa mi colpisce di più? Prevalentemente l’Autrice o l’Autore, il suo stile, la sua scrittura, la sua biografia molto spesso profondamente legata all’opera letteraria o poetica. Difficilmente sono condizionata e attratta da una copertina. Sono invece maggiormente incuriosita da un titolo. Ovviamente la bandella è utile. Se si curiosa in una libreria o online serve per orientarsi.

D. Quale argomento ti appassiona e, secondo te, viene poco considerato dagli editori italiani?
R. Se ami viaggiare in autonomia in posti non scontati e non molto frequentati hai difficoltà a recuperare in Italia libri di viaggio, mappe, informazioni. Ovviamente il web aiuta ma ci sono molte lacune da colmare. Un esempio? Sono stata in Patagonia, un viaggio meraviglioso ma ho faticato non solo a organizzarlo ma a “viverlo” come un viaggio merita prima della partenza. A parte alcune letture scontate come Chatwin, Sepulveda e Soriano (con suggestioni per la Patagonia cilena) e del geologo Egidio Feruglio, nonché le principali guide ho davvero faticato a “entrare” intimamente in questa terra magnifica. Credo che ci sia pertanto ancora molto spazio per gli editori sul fronte “viaggiatori”.

D. E per finire cosa pensi degli e-book? Secondo te, quali sono i loro pregi e i loro difetti? Li utilizzi?
R. L’ebook sta rivoluzionando il mondo editoriale e le abitudini di noi lettori. Pregi? Puoi portare con te in borsetta o nello zaino tutti i titoli che hai deciso di scaricare, costano meno – sono distribuiti immediatamente senza passare dalla filiera distributiva o in parallelo ad essa -, puoi ingrandire il carattere e leggere dove vuoi, anche al buio. Inoltre non occupano posto e per i lettori accaniti che non sanno più dove mettere pile di libri non è cosa da poco. I contro per noi che siamo cresciuti annusando l’odore di libri polverosi come di quello appena uscito dalla tipografia, il libro di carta e il tempo trascorso in libreria sono impagabili. Per cui uso l’ebook, perché è davvero comodo e scarico tutti quei titoli che ritengo di non rileggere, ma continuo ad andare in libreria, tappa privilegiata delle mie uscite giornaliere o settimanali, dove solitamente acquisto libri che intendo leggere con particolare attenzione e per approfondimenti, anche se non mancano acquisti spinti dalla curiosità.

Chi è Maria Cristina Bianchi
maria-cristina-bianchiLaureata in lettere moderne, giornalista professionista, dopo una decennale esperienza nel mondo editoriale e nel Gruppo Informazione Economia Mondadori passa alle relazioni pubbliche lavorando in aziende private e fondando nel 1988 un’agenzia, il cui successo è legato alla comunicazione di impresa e per l’alta tecnologia. Nel 1998 cede l’azienda e sceglie la libera professione come consulente di relazioni pubbliche per i più importanti fondi di venture capital in start up internet contribuendo, attraverso quotidiani contatti con media, opinion maker, imprenditori, esponenti della finanza e delle istituzioni, all’affermarsi in Italia della cultura di impresa basata sull’innovazione come di iniziative imprenditoriali innovative finanziate dai capitali di rischio. Dal 2007 al 2016 è consulente in Fedoweb, l’Associazione di editori ed operatori web, per le relazioni istituzionali e inter associative. Si ritira dal mondo del lavoro nel 2017 per dedicarsi a passioni e progetti personali fra cui lunghi lenti viaggi per il mondo.