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Leggere, secondo Emiliana Nardin

 

ap-emiliana nardin
Architetta per formazione, grafica per passione, femminista per folgorazione e co-fondatrice di APS Sentieri Sterrati e Somara! Edizioni. Non ha mai abbandonato un libro, magari per finirlo ci ha impiegato anni.

 

 

D. Quando vuoi rilassarti preferisci: guardare la televisione, andare al cinema o leggere un libro?
R. Ad essere sincera... quando voglio rilassarmi ascolto musica a occhi chiusi, con le cuffie. Non credo di aver mai considerato la lettura un mezzo per rilassarmi, devo essere sempre molto concentrata quando leggo. Leggo, credo come un po’ tutt*, per scoprire, per capire, per cercare, per trovare pezzi di altre persone in me, per ritrovarmi, per provare e riprovare quella sensazione bellissima di stupore che mi provocano certi libri di cui mi innamoro dalla prima pagina.

D. Dove leggi abitualmente: in poltrona, a letto, alla scrivania? Se potessi scegliere, quale sarebbe il tuo luogo ideale per la lettura?
R. Solitamente leggo alla scrivania, in pausa pranzo o alla sera. E la mia stanza/ufficio è il luogo ideale per leggere. La mia pila di libri da leggere, o da rileggere, sta puntualmente su un lato della scrivania. Non leggo mai un solo libro alla volta. Poi sì, c’è quello che mi travolge (e stravolge) e lo devo leggere tutto d’un fiato.

D. Nel suo famoso Decalogo, al terzo posto, Daniel Pennac sancisce il diritto del lettore a “non finire il libro”: tu hai seguito questo consiglio? Se sì, con quale libro e perché?
R. Non mi è mai capitato, ho sempre finito tutti i libri iniziati... magari ci ho messo anche anni. Penso che, come per tutte le cose, ci sia un tempo giusto per leggere o non leggere quel dato libro. Se non riesco a leggerlo ora, magari tra due anni sarà il momento giusto, spesso i libri acquistati o che mi hanno regalato rimangono lì a guardarmi sulla libreria, fino a quando un giorno mi guardano con un altro sguardo e capisco che è il momento giusto.

D. Qual è il libro -o i libri- che più hai amato? E quello o quelli che si sono rivelati una delusione?
R. Dovrei fare una lista molto lunga, perché non ho un libro preferito. Ne devo dire almeno quattro: “Momenti di Essere” di Virginia Woolf, “Indiana” di Mariella Gramaglia, “Scritto sul corpo” di Jeanette Winterson, “Scrivi sempre a mezzanotte – Lettere d’amore e desiderio” di Virginia Woolf e Vita Sackville West. E due che ho adorato, ma che appartengono ad altro periodo della mia vita: “Specie di spazi” di Georges Pérec e “Se una notte d’inverno un viaggiatore” di Italo Calvino.

D. Cosa cerchi in un libro? Cosa attira di più la tua attenzione: la copertina, il titolo, l’autore, la bandella con la storia?
R. Ci sono i libri che sceglie la lettrice che è in me, per autrice/autore e per argomenti. E poi ci sono quelli che sceglie la grafica (quale sono), per la carta, per i disegni e le illustrazioni, per la copertina, per la cura estrema e la particolarità della pubblicazione.

D. Quale argomento ti appassiona e, secondo te, viene poco considerato dagli editori italiani?
R. Non vorrei spazio per un argomento, ma vorrei spazio per le scrittrici e per la poesia, e mettendo insieme le due cose, vorrei più spazio per le poete (o poetesse che dir si voglia)
Negli ultimi anni già si sta dando molto più spazio alle scrittrici, ma non basta, soprattutto qui in Italia. Alzi la mano chi conosceva Louise Glück prima che vincesse il premio Nobel per la letteratura 2020. E, mi permetto un‘aggiunta, visto che non l’ho messa tra i libri preferiti, consiglio la lettura di “Serie Fossile” di Maria Grazia Calandrone, uscito da poco per Crocetti editore.

D. E per finire cosa pensi degli e-book? Secondo te, quali sono i loro pregi e i loro difetti? Li utilizzi?
R. Pur avendo un rapporto di adorazione per la carta stampata, mi piacciono comunque gli e-book. Li “fabbrico” anche per lavoro, li leggo, li trovo estremamente comodi, soprattutto in viaggio, ma non solo.

Chi è Emiliana Nardin
Non ama definirsi ma, in 46 anni, la definizione migliore che ha trovato di sé è: architetta per formazione, grafica per passione, femminista per folgorazione.

ap-emiliana nardinCosì è. Abbandona a 29 anni la professione di architetta per inseguire il tango argentino.

Qualche anno più tardi, ha pensato fosse il caso di inseguire l'altra mia passione, cioè il disegno grafico (è grafica freelance tutt'oggi).
Neanche troppi anni fa ha incontrato sulla sua strada i testi di Carla Lonzi e, dopo i suoi, quelli di moltissime altre scrittrici e femministe, ed è stata folgorazione pura.
Nel 2017, insieme a quattro amiche, ha fondato l'APS Sentieri Sterrati e Somara! Edizioni che lavorano per riportare alla luce e diffondere le storie, le vite e le opere di Donne che la Storia ha nascosto e cancellato.
Fa parte del Centro Studi e Documentazione Pensiero Femminile di Torino e del progetto SAFE, prima agenzia di fundraising per l'educazione contro la violenza di genere.

 

 

 

 

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