Cuori selvaggi e poco digitali

Qualche riflessione sul Salone del libro di Torino che si terrà nel capoluogo piemontese dal 19 al 23 maggio.

 

Quando ho ricevuto l’invito per la conferenza stampa dal Salone del Libro, ho immaginato che sarebbe stata trasmessa anche in streaming per consentire ai giornalisti che non vivono a Torino di parteciparvi.
È una consuetudine intelligente nata durante il lockdown che molte realtà hanno continuato anche terminata l’emergenza.
Nel dubbio ho chiesto. La risposta è stata immediata: non è possibile.
Logo SaloneLibroSono rimasta basita, eppure il mio stupore non aveva ragion d’essere perché il Salone di Torino non ha mai avuto un buon rapporto con la tecnologia. Per parecchie edizioni ha ignorato gli ebook. Poi ha aperto qualche spiraglio. Lo scorso anno lo stand di Audible ha ospitato l’evento di Amazon per la presentazione della cinquina finalista al Premio Letterario Amazon Storyteller.
Una posizione che nel 2022 si fa fatica a comprendere, ma il Salone è espressione dell’editoria tradizionale, quella che per molto tempo ha osteggiato gli ebook considerandoli “nemici”.
Anche oggi molte case editrici non pubblicano contemporaneamente la versione digitale e quella cartacea e, anche se a parole lo sostengono, non hanno ancora del tutto convertito il loro catalogo in digitale. Non ci credete? Provate a cercare qualche “vecchio” libro, scoprirete che non sempre è disponibile. Immagino che sia meramente una questione economica: l’edizione digitale viene fatta solo per quelli considerati “vendibili”.

Però quest’anno il Salone ha fatto un passo avanti, consentendo di esporre anche a chi non ha un editore. E così un gruppo di self-publisher, capitanati da Lidiaokself al salone Simonetti, sarà presente con lo stand “Inizio a scrivere”. Li trovate tra gli espositori.

L’edizione 2022 ha come tema “Cuori selvaggi” e che propone una grande varietà di appuntamenti – li trovate sul sito – ovviamente non si parla di ebook, però vi sono incontri dedicati al podcast e agli audiolibri.

Negli anni passati, quando in Italia si iniziava a parlare di digitale, ho suggerito ai responsabili del Salone di riservare un po’ di attenzione a questa nuova tendenza. La mia proposta è stata ignorata. Desidero precisare che non era un modo per entrare nel palinsesto della Fiera, semplicemente avevo evidenziato un fenomeno in costante crescita che contribuisce ai numeri positivi del settore editoria.

Negli altri Paesi queste importanti realtà trovano spazio agli eventi dedicati ai libri, speriamo che prima o poi accada anche in Italia.
MZ