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Leggere, secondo Alice Basso

 

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Ama leggere a letto e sul divano ed è convinta che ogni romanzo abbia il suo momento. Da buon editor non dirà mai i libri che l’hanno delusa.

 

D. Quando vuoi rilassarti preferisci: guardare la televisione, andare al cinema o leggere un libro?
R. Leggere un libro. Oddio, sembra che lo dica apposta per portare acqua al mio mulino -da autrice ma anche editor, più gente segue questo esempio più posso campare...-, ma la verità è che davanti a uno schermo io cado addormentata in tempo zero.
Ora che ci penso, forse, se la domanda era “cosa ti RILASSA”...

D. Dove leggi abitualmente: in poltrona, a letto, alla scrivania? Se potessi scegliere, quale sarebbe il tuo luogo ideale per la lettura?
R. A letto è più frequente che sul divano, ma sul divano è più comodo che a letto.

D. Nel suo famoso Decalogo, al terzo posto, Daniel Pennac sancisce il diritto del lettore a “non finire il libro”: tu hai seguito questo consiglio? Se sì, con quale libro e perché?
R. Io sono una grandissima sostenitrice di questo comandamento, e non solo perché il nostro tempo sulla Terra è troppo limitato per costringerci a fare qualcosa che non ci va, ma anche per rispetto verso il libro stesso: se ci forziamo a ingurgitarlo controvoglia poi finiamo per odiarlo. Mentre magari basta lasciarlo lì per un po', e tornerà il suo momento, anzi, un momento migliore- Io “Quo vadis?” l'ho ricominciato quattro estati di fila, e le prime tre mi sono fermata esattamente nello stesso punto!

D. Qual è il libro -o i libri- che più hai amato? E quello o quelli che si sono rivelati una delusione?
R. Ho tantissimi miti letterari. Nell'ambito della letteratura dell'età della Grande Depressione americana, per esempio, che è una letteratura che adoro, i miei preferiti sono Fante e Steinbeck; ho amato moltissimo Chandler, ma anche Pennac, ma anche Buzzati... E il mio libro preferito di sempre è “La principessa sposa”, di William Goldman, che è un classico per ragazzi, molto brillante, nonostante ciò che il titolo melenso può far pensare.
Non ti dirò però i libri che mi hanno delusa. Da editor, mi rendo conto ogni giorno che dietro a ogni libro lavora così tanta gente, che fa del suo meglio per tirarne fuori il massimo del potenziale, che bollare un libro come un fallimento, una schifezza, significa dire a tutte quelle persone, non solo all'autore, che hanno fatto un lavoro pessimo o, nel migliore dei casi, inutile, e che hanno fatto male a crederci.

D. Cosa cerchi in un libro? Cosa attira di più la tua attenzione: la copertina, il titolo, l’autore, la bandella con la storia?
R. Di solito mi lascio attrarre dal titolo, ma senza attribuirgli troppo potere, eh; leggo la quarta di copertina o l'aletta con la trama, per vedere se la storia mi interessa, e poi le prime righe del primo capitolo, per vedere se mi piace lo stile. All'immagine di copertina ti confesso che do un peso molto relativo.

D. Quale argomento ti appassiona e, secondo te, viene poco considerato dagli editori italiani?
R. Uuuh, ma non posso dirtelo, altrimenti mi brucerei un argomento originale sul quale potrei un domani scrivere io!

D. E per finire cosa pensi degli e-book? Secondo te, quali sono i loro pregi e i loro difetti? Li utilizzi?
R. Li utilizzo e non mi dispiacciono, ma se si tratta di studiare mi trovo ancora scomoda: in quel caso preferisco la cara vecchia carta e matita.

Chi è Alice Basso
È nata nel 1979 a Milano e ora vive fuori Torino. Lavora per diverse case editrici come redattrice ed editor. Nel 2015 pubblica con Garzanti il primo libro della pentalogia di gialli che ha per protagonista Vani Sarca, una ghostwriter misantropa e dark che si trova ad aiutare un commissario a risolvere casi a alice-bassoap
sfondo letterario. I romanzi sono: "L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome" (2015), "Scrivere è un mestiere pericoloso" (2016), "Non ditelo allo scrittore" (2017), "La scrittrice del mistero" (2018) e "Un caso speciale per la ghostwriter" (2019), più i racconti lunghi in eBook "La ghostwriter di Babbo Natale" (2017) e "Nascita di una ghostwriter" (2018). Pubblica anche racconti per Editrice Il Castoro, Spunto Edizioni e Piemme. Collabora ai laboratori di scrittura online "Gruppo di Supporto Scrittori Pigri" di Barbara Fiorio e tiene corsi e workshop sulla storia della letteratura gialla, anche nelle scuole. Nel tempo libero finge di avere ancora vent’anni canta e scrive canzoni per un paio di rock band: con le Soundscape 2.0 ha scritto ed eseguito il mini-musical da camera "Signorina Bertero, dattilografa", sponsorizzato da Reale Mutua. Ama disegnare, cucina male, guida ancora peggio e di sport nemmeno a parlarne.

Se desiderate saperne di più, potete leggere la recensione di "L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome" e "Scrivere è un mestiere pericoloso".

La foto è di Sara Lando.

 

 

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