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Leggere, secondo Cristina Rava

 

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È una delle scrittrici italiane di noir più apprezzate. I suoi personaggi, il medico legale Ardelia Spinola e il commissario Bartolomeo Rebaudengo, hanno conquistato migliaia di lettori.

 

D. Quando vuoi rilassarti preferisci: guardare la televisione, andare al cinema o leggere un libro?
R. Leggere un libro.  

D. Dove leggi abitualmente: in poltrona, a letto, alla scrivania? Se potessi scegliere, quale sarebbe il tuo luogo ideale per la lettura?
R. Quando ho tempo di farlo, durante il giorno, tipo domeniche di pioggia oppure orario di pennichella, sul divano. Altrimenti a letto, prima di dormire.
Mi piacerebbe leggere in una casetta finlandese in mezzo alla foresta, oppure su un faro al largo delle Shetland.

D. Nel suo famoso Decalogo, al terzo posto, Daniel Pennac sancisce il diritto del lettore a “non finire il libro”: tu hai seguito questo consiglio? Se sì, con quale libro e perché?
R. Non lo interpreto come un consiglio, ma come una scelta. Alcune persone sentono il bisogno di leggere un'opera fino alla fine, seppur faticosamente a causa del calo d'interesse. Io credo che il tempo sia troppo prezioso per sprecarlo nel completamento puntiglioso della lettura di un libro, soltanto perché lo si è cominciato. Ci sono tanti libri in alternativa. E altre cose da fare. Non mi è capitato solo una volta. Occasionalmente ho ripreso il testo in seguito e qualche volta l'ho terminato.

D. Qual è il libro -o i libri- che più hai amato? E quello o quelli che si sono rivelati una delusione?
R. Il libro che ho amato di più non esiste. Ne ho amato molti e non soltanto romanzi. Con il trascorrere del tempo i gusti cambiano. Può accadere che un'opera trovata interessante o al contrario noiosa in una fase della vita, si riveli diversa anni dopo. E la stessa cosa accade in direzione opposta, cioè quella della delusione.

D. Cosa cerchi in un libro? Cosa attira di più la tua attenzione: la copertina, il titolo, l’autore, la bandella con la storia?
R. La grafica è l'arte di rendere appetibile un libro, indipendentemente dal suo contenuto. Mi incuriosisce certo, ma gli step successivi sono la lettura della sinossi, dei cenni biografici e soprattutto la conoscenza e... la stima verso l'autore.

D. Quale argomento ti appassiona e, secondo te, viene poco considerato dagli editori italiani?
R. Esistono disparati campi di conoscenza e orientamenti editoriali diversificati. Non mi sono mai posta la domanda perché non ho mai incontrato difficoltà ad informarmi.

D. E per finire cosa pensi degli e-book? Secondo te, quali sono i loro pregi e i loro difetti?
R. Gli e-book sono un mezzo utile per leggere senza il peso della carta, per ridurre la spesa e lo spazio occupato nelle librerie o in valigia. Naturalmente sono oggetti tecnologici fatti di uno schermo e un contenitore di plastica, materiale poco gratificante al tatto, poco confortante e inodore.

D. Li utilizzi?
R. Per ora non l’ho ancora acquistato. Resisto, ma temo che prima o poi dovrò capitolare.

Chi è Cristina Rava
È ligure solo per una parte, con un miscuglio genetico che comprende anche Piemonte ed estremo nord-est di confine tra attuali Austria Italia e Slovenia, anche se i contatti sono andati perduti con la morte della generazione precedente. Ama la natura e descrive quella che la circonda. Il paesaggio e la storia dei luoghi sono personaggi. Ha al suo attivo nove romanzi più o meno noir e un testo di memorie di guerra che li precede. I suoi protagonisti sono Ardelia Spinola (medico legale) e Bartolomeo Rebaudengo (Commissario di polizia, attualmente in congedo e criminologo) tornato dopo un'assenza di cinque anni.
Ama i gatti anche se è allergica, si documenta seriamente per non scrivere scempiaggini e fare brutta figura, le piace cucinare, ma non sempre.  

 

 

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