Leggere, secondo Cetta De Luca

 

 

cetta deluca

Il suo luogo preferito per leggere: un’amaca in riva al mare. Il suo argomento: quasi tutti, è onnivora. Ama gli e-book, soprattutto da quando….

 

D. Quando vuoi rilassarti preferisci: guardare la televisione, andare al cinema o leggere un libro?
R. Dipende dal tempo a disposizione e dallo stato d’animo. Se ne ho a sufficienza (di tempo) preferisco leggere, perché quando comincio un libro non sono capace di interrompere la lettura, devo finirlo tutto in una volta. Non disdegno il cinema, ma solo in compagnia (ecco, in quel caso leggere sarebbe un po’ complicato). La televisione (in genere bei film) solo quando non sono “abbastanza” rilassata.

D. Dove leggi abitualmente: in poltrona, a letto, alla scrivania? Se potessi scegliere, quale sarebbe il tuo luogo ideale per la lettura?
R. “Sbracata” sul letto, da sempre. Sbracata è un termine romanesco e rende bene l’idea delle posizioni che assumo. Il mio luogo ideale sarebbe in riva al mare, “sbracata” su un’amaca, e qualche volta l’ho fatto, ma non si può sempre avere tutto.

D. Nel suo famoso Decalogo, al terzo posto, Daniel Pennac sancisce il diritto del lettore a “non finire il libro”: tu hai seguito questo consiglio? Se sì, con quale libro e perché?
R. Considera la mia prima risposta: io un libro lo devo finire. Se accade il contrario (poche volte, per fortuna) è perché proprio non mi piace (lo stile, la storia). Non sono riuscita a finire Uomini che odiano le donne ad esempio, eppure molti lo hanno trovato superbo.

D. Qual è il libro -o i libri- che più hai amato? E quello o quelli che si sono rivelati una delusione?
R. Ho amato tutti i libri di Marquez, soprattutto L’amore ai tempi del colera, e più di recente i romanzi di Carlotto. Nessun libro è mai una delusione (altrimenti potrei prendermi a martellate per i soldi mal spesi). Piuttosto può non lasciarmi nulla, neppure un ricordo di una frase. In questo caso non saprei citarti titoli.

D. Cosa cerchi in un libro? Cosa attira di più la tua attenzione: la copertina, il titolo, l’autore, la bandella con la storia?
R. Bandella? Oh, no, le bandelle sono come i prodotti civetta nei supermercati, o come la luce per le zanzare: fastidiose. Spesso si tratta dell’autore, magari perché lo conosco, perché ho già letto qualcosa di suo. In quel caso compro a scatola chiusa, non leggo neanche la sinossi. A volte mi attrae il titolo (ultimamente mi è successo col romanzo di Tonino Zangardi, L’esigenza di unirmi ogni volta con te). La copertina no, vado sempre oltre il vestito. Diciamo che fuggo dalle copertine brutte, quello sì.

D. Quale argomento ti appassiona e, secondo te, viene poco considerato dagli editori italiani?
R. Sono onnivora. Amo i romanzi storici, la narrativa non di genere (forse perché ne scrivo…), i noir, i thriller. Ho molto amato la fantascienza (ma purtroppo non si trova più la fantascienza di una volta, quella alla Asimov per intenderci), ho amato anche il fantasy (ora se vedo un libro fantasy fuggo all’altro capo del pianeta, mi scuseranno gli autori fantasy ma le overdose mi fanno questo effetto). Credo che gli editori considerino poco la narrativa non di genere, nel senso che, seppur è vero che se ne scrive molta, rispetto ai generi che ho elencato prima viene poco considerata per la pubblicazione. Eppure ci sono storie bellissime, che riguardano l’attualità ad esempio, o che puntano il dito su disagi sociali, su difficoltà nei rapporti, argomenti che ogni giorno trattiamo anche nelle nostre conversazioni: ecco, quelle storie mi piacerebbe leggerle di più.

D. Cosa pensi degli e-book e più in generale dell’editoria digitale?
R. Ne penso un gran bene, specie ora che mi sono trasferita all’estero. Un libro è un libro, in qualunque formato. Non ha una dignità inferiore perché digitale, è la storia che conta, come è scritta. L’editoria digitale potrebbe risollevare le sorti e l’economia dell’editoria tout court. Un e-book è facilmente esportabile, si distribuisce senza costi o quasi, è sempre “nuovo”, ha un basso costo di produzione. Insomma i vantaggi sono tantissimi, per l’editore, per il lettore e per l’autore.

D. E infine, li utilizzi? Secondo te, quali sono i loro pregi e i loro difetti?
R. Ho già risposto, in pratica. Li utilizzo, certo, non sarei riuscita a partire per la Germania senza la mia scorta di e-book. Anche perché non parlo tedesco…

Chi è Cetta De Luca
È nata a Cirò Marina. Grande appassionata di viaggi, di storia medievale e rinascimentale e letteratura dell’800 e del ‘900 italiano.
Il suo primo romanzo, Colui che ritorna (Edizioni Melody), scritto con lo pseudonimo Sed C. De Luca, ha vinto il Premio Giuria Narrativa dell’edizione 2012 del Concorso Europeo Arti Letterarie Via Francigena e si è classificato tra i primi dieci per il Premio Letterario Sirmione Lugana.
Nata in una casa di donne, il suo secondo lavoro, è stato pubblicato da L’Erudita, un marchio Giulio Perrone Editore, nel febbraio 2013.
Nel novembre 2013 la casa editrice digitale DuDag ha pubblicato il suo terzo romanzo, Quella volta che sono morta. Molti altri suoi scritti sono presenti in diverse raccolte antologiche.
A dicembre 2014 è uscito il suo quarto romanzo, Anna, pubblicato da Watson Edizioni.

Chi desidera conoscere meglio Cetta De Luca, può visitare il suo blog, la sua pagina Facebook oppure leggere l’articolo a lei dedicato nello spazio riservato ai self-publisher.

 

 

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