Leggere, secondo Fabrizio Venerandi


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D. Quando vuoi rilassarti preferisci: guardare la televisione, andare al cinema o leggere un libro?

R. Nessuna delle tre. La televisione è un media che guardo sempre meno e quelle poche volte per (...)

 

(...) vedere film che ho preso in dvd. Non riesco a stare fermo di fronte ad un palinsesto su cui non ho controllo e ho troppe cose più divertenti da fare. Andare al cinema non è rilassante, è un'impresa, mentre leggere è una attività che va al di là di ogni cosa. Non posso farne a meno, anche quando quello che leggo mi fa saltare sulla sedia. Di solito leggere non mi rilassa, mi entusiasma semmai, mi spinge a chiudere il libro (o l'e-book) per mettermi a fare cose a cui non avevo pensato. 

D. Qual è il libro che più hai amato?
R. La monogamia, in letteratura, non esiste.  

 

D. Cosa cerchi in un libro? Cosa attira di più la tua attenzione: la copertina, il titolo, l’autore, la bandella con la storia?
R. È difficile che io scelga un libro a caso in libreria, digitale o meno. Se entro so già cosa voglio. Quando capita, capita per una serie di sollecitazioni impalpabili che si incontrano per un istante, e prendo il libro in mano. 

 

D. Cosa pensi degli e-book? Un giorno sostituiranno i libri cartacei?
R. Non credo. I libri di carta hanno una tecnologia comoda per un numero molto alto di utilizzi che non so se mai potranno essere del tutto rimpiazzati dal digitale.

 

D. Li utilizzi? Secondo te, quali sono i loro pregi e i loro difetti?
R. Ne leggo molti. I vantaggi sono che l'e-book reader diventa un continuo flusso di parole. Mi è capitato di stare una mattinata a leggere in spiaggia passando da Kafka, agli articoli di alfabeta2, a manualistica Javascript, a un manuale di storia medievale, utilizzando lo stesso strumento che poi mi sono messo in tasca per tornare a casa. Quando poi l'e-book è davvero digitale ed utilizza tutti gli strumenti di navigazione e di connessione ipertestuale del testo, l'esperienza di lettura diventa qualcosa di diverso e coinvolgente in modi diversi da un libro tradizionale. 

 

D. L'arretratezza italiana nell'ICT penalizza di sicuro anche la diffusione dell'e-book. Tu che hai ideato Quintadicopertina, cosa pensi si possa fare per avvicinare gli Italiani all'editoria digitale?
R. Tre cose. 
- Progettare modi di leggere cose che non siano solo libri. Gli e-book non sono necessariamente libri, anzi, il linguaggio su cui sono costruiti è quello proprio di Internet. È possibile fare cose diverse e andare a intercettare persone che secondo l'Istat non leggono, ma che in realtà leggono. Solo che non leggono libri.
- Aumentare la trasparenza nella costruzione di un e-book, mostrando al lettore quali sono le persone che stanno dietro alla creazione di un testo digitale, le loro competenze e il loro lavoro. E questa trasparenza deve toccare anche gli strumenti, con formati aperti e tool di progettazione e-book sempre più raffinati e sofisticati.
- Le device: avere lettori e-reader che siano di impulso alla creazione di contenuti originali e affascinanti e non siano invece mortificanti o rinchiusi dentro un giardino di formati proprietari e DRM vincolanti.
 

Chi è Fabrizio Venerandi:
è co-fondatore di Quintadicopertina, casa editrice digitale nata nel 2010 specializzata in e-book. All'interno della casa editrice si occupa delle problematiche dell'impaginazione digitale e della collana di narrativa interattiva, Polistorie. È docente di editoria multimediale al Master Professione Editoria (Libri, Periodici, Web) dell’Università Cattolica-Padre Piamarta di Milano ed ha tenuto a Genova corsi di riscrittura creativa (Storie che cambiano), con laboratori di narrativa ipertestuale.
Ha collaborato diversi anni con la testata di informatica Macworld Italia ed è stato co-creatore, assieme ad Alessandro Uber, della prima interactive fiction multiutente italiana (MUD) per la piattaforma telematica Videotel.
Ha scritto dei libri e la hypertext fiction Chi ha ucciso David Crane? in formato e-book.
 

 

 

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