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Anobii, il lettore in primo piano

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Nato nel 2006, nel 2010 è stato acquisito
da un gruppo inglese. I nuovi finanziatori
vogliono inserire un negozio virtuale. 
 
 

Nato nel 2006 Anobii è in continua evoluzione. Nel 2010 è stato acquisito da un gruppo inglese che, oltre a migliorarne l’architettura tecnologica, punta a offrire nuovi servizi e un negozio virtuale per poter acquistare direttamente gli e-book.

La comunità italiana è molto numerosa, lo scorso giugno, con l’aiuto della casa madre, ha organizzato un raduno nazionaleMatteo Berlucchi ad Urbino con oltre cento presenze. Per i soci di Anobii è la terza manifestazione, la prima si è tenuta nel 2010 a Torino in occasione del Salone del Libro, mentre lo scorso anno si sono ritrovati a Venezia.

Per saperne di più sulle novità e sul futuro di Anobii LeggereOnline ha rivolto alcune domande a Matteo Berlucchi amministratore delegato della società.

Come e perché è nato Anobii?
Anobii è nato nel 2006, lo stesso anno in cui prese vita Facebook, dall’intuizione di Greg Sung, un ragazzo di Honk Kong. Greg aveva letto un libro e desiderava raccontare le sue impressioni ad altre persone, ma non esisteva ancora nulla di simile. Così con un gruppo di amici programmatori creò Anobii. In quegli anni i social networking erano ancora per pochi iniziati, principalmente per chi Greg Sunglavorava nel mondo delle nuove tecnologie. Greg era un “visionario” lungimirante e aveva capito che non esisteva una community per gli amanti dei libri e che si aprivano grandi possibilità.
Nel 2010 è subentrata la nuova società finanziata da tre grandi gruppi editoriali: Penguin, Random House e HarperCollins.


Quali obiettivi si pongono i nuovi finanziatori?
Questi editori si sono consorziati per creare una piattaforma focalizzata sul servizio dedicato alla scoperta dei libri con un occhio di riguardo agli e-book, una categoria emergente molto importante. La nuova società, creata da me con i fondi dei gruppi editoriali, ha dato un nuovo impulso ad Anobii, un nuovo team ha affiancato quello originale di Hong Kong ed ora nella sede di Londra lavorano circa 25 persone.
Il nuovo team sta completando lo sviluppo di una versione della piattaforma, naturalmente sempre in open source, che andrà a rimpiazzare quella precedente. La piattaforma originale sviluppata da Greg e dai suoi amici non era più in grado di supportare il numero di utenti che negli anni è molto cresciuto.

Come arriva in Italia?
Come ho detto Greg era “visionario” e  lungimirante, per questo aveva creato una piattaforma aperta e multilingua. Così il sito venne tradotto in italiano e, tra il 2007 e il 2008, la comunità italiana ha adottato Anobii.

Qual è stata la risposta nei vari Paesi?
Su Anobii viaggiano più di un milione di utenti al mese. L’Italia è sicuramente il Paese più importante. In Italia ci sono pochi lettori ma quei pochi leggono tanto.Raduno2012 utenti Anobii a Urbino
In Gran Bretagna c’è una diffusione più capillare della lettura: gli inglesi leggono molto anche quotidiani e periodici, ma in modo meno approfondito. E questo lo riscontriamo anche negli scaffali virtuali di Anobii, quelli degli utenti italiani sono sicuramente più approfonditi e con uno spessore culturale maggiore.

Quando sarà disponibile la nuova piattaforma e cosa offrirà?
In realtà la nuova piattaforma sarà disponibile da settembre solo nel Regno Unito. In Italia il sistema rimane invariato. Quindi, nessun cambiamento per gli utenti italiani.
La nuova piattaforma ha fondamentalmente l’obiettivo di creare un’architettura tecnologica che supporti un grande numero di utenti, ma lo spirito non muta.
Molti utenti hanno criticato l’idea del negozio, ma noi non intendiamo modificare la natura della comunità: i libri e il lettore restano al centro di Anobii. Vogliamo semplicemente offrire un servizio, dare l’opportunità al lettore di acquistare il libro in formato e-book.

Quindi Anobii diventa commerciale?
Per l’utente appassionato di libri non cambia nulla, semplicemente, dove è possibile, vogliamo consentire al lettore di acquistare in formato e-book il libro di cui ha letto una recensione o ha sentito parlare nei gruppi.
Abbiamo già siglato accordi con case editrici internazionali e stiamo mettendo a punto un catalogo in inglese. Il passo successivo sarà realizzare il catalogo in italiano e in altre lingue.

Anobii prevede anche di editare libri?
No, questa strada è troppo complessa e non ci sono programmi o progetti che vanno in questa direzione. Al momento il self-publishing non è contemplato, il nostro obiettivo è di creare una libreria di e-book molto completa. Ma il focus resta la scoperta del libro attraverso lo scambio tra gli altri utenti. Anobii rimane prevalentemente una piattaforma per proporre nuovi libri che altrimenti sarebbe molto difficile trovare.
Noi speriamo che gli utenti che scoprono un libro interessante su Anobii, se è disponibile in e-book, lo acquistino sulla nostra piattaforma.

Anobii non ha pubblicità, come si mantiene?
Non è prevista la raccolta pubblicitaria, in primo luogo perché gli introiti pubblicitari sono ancora molto bassi e poi perché a nostro avviso alienano l’esperienza dell’utente.
Lo scaffale dell'utente di AnobiiIl piano industriale prevede di sostenersi con la vendita degli e-book.
In ogni caso, rispetto al progetto iniziale, la vendita di e-book è marginale e l’acquisto è a totale discrezione dell’utente. La
community resterà esattamente come è adesso il rapporto con l’utente non si modificherà.
Noi speriamo che i nostri utenti apprezzino questo servizio e che in futuro lo utilizzino.
Per il prossimo anno stiamo sviluppando una nuova implementazione che consentirà di portare all’interno dell’e-book alcune componenti della Community. Mi spiego meglio. Stiamo pensando di sviluppare una funzionalità che consenta ai componenti del gruppo di lettura di Anobii di leggere un libro in versione in e-book e condividere  note e commenti solo con le persone del gruppo. Questa modalità di notazione personalizzata condivisibile con il gruppo non l’abbiamo vista in nessuna community.

A suo avviso cosa frena la diffusione degli e-book?
Credo che vi siano principalmente due ostacoli: il prezzo e il DRM.
Gli editori non hanno ancora ben capito come prezzare gli e-book, stanno facendo delle prove. In Inghilterra i prezzi sono già scesi molto ma c’è ancora il problema dell’Iva al 20%, mentre il cartaceo gode di una tassazione più bassa. Lo stesso problema si riscontra anche in Italia. Se l’Iva fosse uguale tra cartaceo e digitale il pezzo automaticamente si abbasserebbe.
In Inghilterra gli editori stanno facendo pressione sul Governo ma al momento è sordo, in parte questo atteggiamento si
spiega con la crisi. Ma quello che in Inghilterra non capiscono è che Amazon vende e-book dal Lussemburgo dove l’Iva è al 3%.
Inoltre credo che ci sia ancora un po’ confusione tra e-reader ed e-book: il primo è uno strumento digitale e quindi va bene l’Iva al 20%, mentre l’e-book è un libro e quindi dovrebbe essere tassato come nella versione cartacea.
Ed ora parliamo del DRM-Digital Rights Management- o gestore di diritti digitali che ne dovrebbe impedire la falsificazione. Io sono uno dei più accaniti nemici del DRM e da tempo ne propongo l’eliminazione. Secondo me è un impedimento alla diffusione degli e-book creata da Amazon e Apple per garantire i loro orticelli. Noi spingiamo per la libera circolazione dei libri. Il libri in versione cartacea li posso anche bruciare, mentre  l’e-book non lo posso nemmeno prestare a un amico.
Purtroppo, al momento la maggior parte del catalogo è protetta da DRM.

Cosa pensa del mercato italiano?
Al momento in Italia si vendono pochi e-book ma le abitudini stanno lentamente cambiando ed io sono convinto che è solo questione di tempo, presto i libri digitali saranno apprezzati anche nel Paese di Dante.
A noi piacerebbe avere un catalogo di e-book italiani per il prossimo Natale.


Come vi ponete con i vostri concorrenti, ad esempio Librarything,
 che consente di caricare gratis fino a 200 libri, per superare tale numero occorre pagare 10 dollari all'anno o un vitalizio di 25 dollari?
Noi non siamo interessati a questi modelli, in particolare Librarything è studiata per librai, addetti ai lavori o lettori molto specializzati. La piattaforma che incontriamo più spesso è l’americana Goodreads, sono molto bravi e hanno un altissimo numeri di utenti, ma sono molto americani. Noi siamo europei e ci proponiamo come alternativa europea a GoodReads. Il loro modello commerciale è basato sulla pubblicità e sull’affiliazione, ovvero prendono una commissione quando mandano un utente a comperare da Amazon o da un altro sito di vendita di libri.
Anobii sarà l’unico social network di libri con il negozio incorporato.
Marinella Zetti

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