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Tania Acerbi

D. Quando vuoi rilassarti preferisci: guardare la televisione, andare 
al cinema o leggere un libro? 
R. La risposta che mi piacerebbe dare è sicuramente leggere un buon libro; 

in realtà la risposta è "dipende". (...)
Se ho avuto una giornata particolarmente impegnativa,dato il lavoro che faccio, il livello di attenzione e concentrazione è minimo perciò opto per un più tradizionale, classico relax davanti alla TV con programmi magari senza pretese. Durante il fine settimana e nei periodi di vacanza invece i libri la fanno da padrone; se sono in forma e i titoli che ho scelto mi appassionano riesco anche a macinarne 7 o 8 durante le vacanze.

D. Dove leggi abitualmente: in poltrona, a letto, alla scrivania? Se potessi scegliere, quale sarebbe il tuo luogo ideale per la lettura?
R. Quelle poche volte che riesco a ritagliarmi del tempo per leggere nel corso della settimana, il mio posto preferito è sicuramente il "tradizionale" divano, altrimenti, sempre che io non crolli penosamente appena tocco il cuscino, il letto è uno dei posti dove mi godo di più la lettura di un buon libro. Se sono in vacanza - per me il periodo più prolifico in termini di lettura – allora qualunque luogo è ideale: dal telo mare, alla sdraio a un prato in giardino… non ci sono limiti, purché si tratti di un buon libro!


D. Nel suo famoso Decalogo, al terzo posto, Daniel Pennac sancisce il diritto del lettore a “non finire il libro”: tu hai seguito questo consiglio? Se sì, con quale libro e perché?
R. Sono assolutamente d'accordo con questo diritto, ma ci sono arrivata dopo aver creduto, invece, per lungo tempo, che fosse corretto concludere la lettura di un qualunque libro, interessante, avvincente, deludente o noioso che fosse. Niente di più sbagliato; leggere per me è innanzitutto un piacere che si tratti di un saggio, di un romanzo o di un giallo, è un modo per rilassarmi, svagare la mente e pensare per un poco di essere altrove! Se mi annoio, non trovo nessun qualsivoglia spunto che mi incuriosisca e mi spinga a continuare la lettura non vedo perché dovrei finirlo.
Il primo libro con cui mi è capitato di farlo è stato con L'Azteco di Gary Jennings: le ultime 30 pagine non sono proprio riuscita a finirle, eppure questo rimane uno dei miei libri preferiti… ma ragazzi quanto è lungo!
L'ultima volta invece è stato con Come Dio comanda di Niccolò Ammaniti, uno dei miei autori preferiti: inutile insistere, mi sono piantata a pagina 50 o giù di lì e non c'è stato niente da fare; era un linguaggio che in quel periodo della mia vita non riusciva a "prendermi" in alcun modo.


D. Qual è il libro che più hai amato?
R. Direi un ex-aequo: Cronaca di una morte annunciata di Gabriel Garcìa Marquez (così come quasi tutti gli altri suoi lavori) per la genialità, la vivacità e il ritmo con cui viene raccontata la storia da più punti di vista scena che questo cambi l'ineluttabile fine del protagonista, per questo ancor più amato; e poi La Casa Verde di Mario Vargas Llosa, che mi sono letta anche in lingua originale, nonostante il mio traballante spagnolo.


D. Cosa cerchi in un libro? Cosa attira di più la tua attenzione: la copertina, il titolo, l’autore, la bandella con la storia?
R. L'autore sicuramente, ce ne sono alcuni di cui compro qualunque cosa anche senza sapere di cosa parlano, e in secondo luogo il titolo; se non ne ho mai sentito parlare però di sicuro leggere rapidamente la storia può aiutare!


D. Quale argomento ti appassiona e, secondo te, viene poco considerato dagli editori italiani?
R. In realtà non ho un argomento preferito in particolare, mi incuriosisce più o meno tutto e mi sembra che a livello di scelta al momento non ci siano carenze particolari.


D. E per finire cosa pensi degli e-book? Credi che potranno sostituire i libri cartacei?
R. Sono sicuramente una valida alternativa moderna al tradizionale libro, e nella forma attuale o in altre più evolute di quanto oggi disponibile, potranno conquistarsi una buona fetta di mercato soprattutto da parte dei nativi digitali. E se questo può essere un mezzo per far sì che la lettura di un buon libro si diffonda anche tra le nuove generazioni, lo trovo una cosa positiva. Personalmente, niente potrà mai sostituire il piacere di sfogliare un libro, tornare indietro a cercare un passaggio che ti ha entusiasmato, il profumo della carta letta e straletta.


D. Li utilizzi? Secondo te, quali sono i loro pregi e i loro difetti?
R. No non li utilizzo; o meglio utilizzo in certe circostante il tablet – se possiamo considerarlo uno pseudo e-book – per leggere i quotidiani quando sono fuori ufficio/casa, ma non penso ne diventerò mai un'utente esemplare.


Chi è Tania Acerbi:
molti passano dall'agenzia all'azienda. Lei il salto lo ha fatto dalla carta stampata all'ufficio stampa. Dopo sette anni di dura vita di redazione, in una nota testata del settore IT, ha infatti deciso di informare i giornalisti invece dei lettori, entrando in una delle principali agenzie di relazioni pubbliche italiane. Non le è sembrato sufficiente. A fine 1995, il nuovo salto - da dipendente a imprenditrice -. La società si chiama Prima Pagina Comunicazione.

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