Leggere, secondo Dario Accolla

Pubblicato in Interviste


 Dario Accolla

 

D. Quando vuoi rilassarti preferisci: guardare la televisione, andare al cinema o leggere un libro?
R. Non trovo che ci sia concorrenza in queste tre forme di relax, semmai c'è una diversità nell'esperienza che si vuole fare.  (...)

 

È un po' la stessa differenza tra l'azione e il pensiero. Se voglio vivere l'azione scelgo le immagini della tv – poca a dire il vero – o del cinema. Se invece voglio riflettere o sognare a occhi aperti, allora vado di lettura

D. Dove leggi abitualmente: in poltrona, a letto, alla scrivania? Se potessi scegliere, quale sarebbe il tuo luogo ideale per la lettura?
R. Ho l'ideale romantico di un albero, un corso d'acqua accanto e un libro... ma sarei troppo distratto dal contesto. Allora leggo dove mi capita, a letto, sul divano, in metro... devo dire, tuttavia, che sto rivalutando la lettura "da spostamento" su bus, tram, eccetera. Mi permette di riempire il vuoto del mondo, col suo rumore, con le parole dei poeti e degli scrittori.


D. Nel suo famoso Decalogo, al terzo posto, Daniel Pennac sancisce il diritto del lettore a “non finire il libro”: tu hai seguito questo consiglio? Se sì, con quale libro e perché?
R. Di solito, pur soffrendo, cerco di arrivare fino alla fine di un libro, come è successo con L'immortalità di Milan Kundera, un romanzo che ho amato poco. Ho interrotto due opere: Il giovane Holden di J.D. Salinger, perché l'ho trovato noioso; e L'amore ai tempi del colera di Gabriel Garcia Márquez perché l'ho letto subito dopo Cent'anni di solitudine nella speranza di rivivere le atmosfere di Macondo, ignorando che Macondo era stata cancellata dall'alluvione...


D. Qual è il libro che più hai amato?
R. Cent'anni di solitudine di Gabriel Garcia Márquez. Un libro che parla, in un certo qual modo, della mia infanzia. E per i personaggi, che mi hanno straziato il cuore, facendomi innamorare di ognuno di loro. Un libro totale.


D. Cosa cerchi in un libro? Cosa attira di più la tua attenzione: la copertina, il titolo, l’autore, la bandella con la storia?
R. La copertina è come il volto di un uomo. Basta uno sguardo per conquistarti. Poi ci sono le parole, all'interno. Ed è quello che fa la differenza... così come nei rapporti amorosi, in un libro cerco certezze e, per contrasto, tutti i limiti che sono in grado di superare e quelli che mi riportano alla giusta dimensione del mio essere.


D. Quale argomento ti appassiona e, secondo te, viene poco considerato dagli editori italiani?
R. Credo nella narrativa felice (Milan Kundera, Gabriel Garcia Márquez, ma anche Giovanni Verga e Italia Calvino), nel fantasy di qualità (Le nebbie di Avalon di Marion Zimmer Bradley), nel pulp d'autore (Chuck Palahniuk), nella poesia (Wislawa Zsimborska)... Temo che in Italia sia la letteratura nel suo complesso a non avere il giusto ruolo sociale. Viviamo il tempo delle immagini senza capire che l'epopea delle parole è quella storia infinita che crea il senso della realtà. Viviamo di contenitori e non di contenuti. Questo mi spaventa e un po' mi addolora.


D. E per finire cosa pensi degli e-book? Credi che potranno sostituire i libri cartacei?
R. Sono un tradizionalista, non credo che riuscirei a leggere su formato elettronico. Coi libri ci gioco, accarezzo la carta, la porosità delle pagine, il colore delle ombre nel foglio... eppure non sono un misoneista. Ben venga ogni supporto che permetta alla letteratura di proliferare. Poi, ognuno scelga il formato che più gli piace.


D. Li utilizzi? Secondo te, quali sono i loro pregi e i loro difetti?
R. Te l'ho detto, sono un tradizionalista della carta stampata...


Chi è Dario Accolla:
ha conseguito il dottorato in Filologia moderna presso l'Università di Catania. Vive a Roma dove insegna nella scuola pubblica e milita in diverse associazioni per i diritti civili: il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, nella Capitale e, a distanza, in Sicilia, con Arcigay Catania e Stonewall GLBT a Siracusa, la sua città. Nel tempo libero scrive sul suo blog (e non solo), cucina e si nutre di fantasy
Nel 2012 ha pubblicato il suo primo libro I gay stanno tutti a sinistra. Omosessualità, politica e società, edizioni Aracne.

Se vuoi leggere la recensioni del libro di Dario Accolla, segui il link: =vai==»

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