PREZZO FISSO PER TUTELARE LA LETTURA?

prezzo-libri
I libri cartacei hanno un’IVA al 4% e gli e-book al 22%: questa direttiva proviene dalla U.E. 
La Francia, di recente, l’ha abbassata al 7% cercando di sensibilizzare le autorità di Bruxelles. 
In Italia, sembra proprio per evitare la procedura d’infrazione, il Ministro Dario Franceschini, invece, non è riuscito neppure a ribassare l’IVA al 10%, come si era auspicato in un primo momento. 
Quindi il libro elettronico, che di base potrebbe costare un centesimo rispetto al cartaceo, finisce con il costare quasi lo stesso: follia pura.

 

Ma girellando per il Web ho trovato un’altra notizia -che risale all’ottobre 2013 (lanciata su Il Sole 24 ore, con un articolo del suo corrispondente Marco Moussanet)- e che ci dà conto di come si comporta la Francia in merito alla “questione libro”: la Camera francese, infatti, ha anche varato una legge che stabilisce per i libri un prezzo fisso (deciso dall’editore) eeditoria.digitale


la possibilità di applicare agli stessi uno sconto NON superiore al 5%. Ciò, spiega il redattore, è stato fatto per tutelare i librai d’Oltralpe da fenomeni quali Amazon e Apple, ma anche Google e Facebook.


Prima di iniziare però a lamentarci sull’indifferenza del Governo italiano che poco o nulla fa per tutelare la Cultura, io vorrei invitarvi a riflettere, perché questa legge, che apparentemente è una legge “bella e giusta”, assomiglia, anche troppo, a quella che qui alcuni vorrebbero ed altri aborrono sulle cosiddette “quote rosa”.  Certo, è vero che noi abbiamo Camere e Istituzioni, quadri dirigenziali & co. letteralmente dominati dal genere maschile, ma imporre per legge nomine “rosa”, soprattutto a una grande percentuale di italiane non piace affatto. Il “Potere”, la guida di un’istituzione dev’essere conquistata per merito e non per diritto imposto dall’alto.

Ma questa è una vecchissima diatriba, e i pro e i contro sono altrettanto validi.

Così è per il prezzo fisso dei libri.
Alcuni spunti di riflessione:

il prezzo fisso avvantaggia quasi esclusivamente le librerie reali e soprattutto quelle cosiddette “indipendenti”. Da parecchi anni, almeno una ventina, le “catene” operano con sconti selvaggi stravolgendo il mercato, ma il fenomeno si è radicalizzato con la diffusione delle “librerie online” e soprattutto da quando, anche in Italia, è arrivata l’offerta di colossi del calibro di Amazon o ITunes.

Il libro è sì un “bene culturale” ma viene veicolato con una filiera complessa e dispendiosa che di “culturale” ha ben poco; semmai segue pedissequamente le stesse regole di una qualsiasi “filiera commerciale”, e oltre che con parole qualcuno si è per caso speso a salvaguardare la strage dei “negozi di prossimità” causata dal diffondersi dei Centri commerciali (anche questi zeppi di scontistiche da capogiro)? Non mi sembra che alcuna legge sia stata varata e neanche ipotizzata in merito. Quindi la domanda che nasce spontanea è: perché tutelare il libraio di Vinigulfo su Panaro e non la macelleria di Gigetto a Cava di Pontremoli?

In Italia si legge pochissimo, siamo agli ultimi posti in Europa, quasi il fanalino di coda. Un Governo che ha a cuore il benessere dei propri cittadini, dovrebbe ideare azioni volte ad  incrementare la Lettura, a suscitare nelle persone la curiosità leggereper il cosiddetto “Piacere di Leggere”.

Reintrodurre la lettura nelle scuole, rivalutare la Cultura e quindi i Libri (mettendo all’angolo sentenze idiote tipo “con la cultura non si mangia”), finanziare i budget delle Librerie Comunali, istituire nelle scuole Biblioteche ad uso degli studenti, ecc…

E veniamo al prezzo dei libri…
Chi legge, e soprattutto chi legge molto adora le campagne promozionali di Amazon & co. Non perde occasione per fare incetta di libri e di goderne. E tra questi acquirenti vi è una estesa percentuale di coloro che sono definiti “lettori forti”, persone che leggono più di 5 libri al mese. Un’ampia maggioranza di questi lettori sono studenti e donne, categorie che statisticamente non rappresentano classi sociali particolarmente “ricche” e per le quali lo sconto sul prezzo di copertina rappresenta un’opportunità importante.

Un Governo nazionale deve tutelare il commercio dei librai indipendenti o il desiderio di leggere?

C’è da aggiungere che la categoria dei “librai”, in Italia, da sempre ha anche fatto un’acerrima guerra ai cosiddetti Pocket, cioè alle edizioni economiche dei libri, rinviandone (Editori consenzienti) l’uscita a Babbo morto…  All’estero al lettore, l’offerta del Pocket, è quasi contestuale a quella del “rilegato”. E da questo si deduce (e non solo ad essere cattivi…) che l’interesse primario dei librai italiani è nel guadagno (i rilegati danno una percentuale maggiore) che non nella diffusione della lettura.

Il Governo francese ha legiferato svolgendo un’azione di indubbio “protezionismo” nei confronti delle librerie indipendenti. Ma ha assestato un punto di penalità ai lettori con minori possibilità economiche.

E poi c’è un tema conclusivo sul quale riflette: l’editoria digitale

Amazon & co. offrono ai loro clienti l’opportunità di acquistare i libri sia in formato cartaceo sia in e-book. E i librai indipendenti? Come si collocano di fronte a questa fantastica rivoluzione della lettura digitale? Al 90% la ignorano e la avversano con tutte le loro forze, dando vita a una vera e propria “guerra all’e-book”.

In ultimo domandiamoci: ma i “librai indipendenti” allora, come tanti colleghi negozianti/commercianti, sono destinati negli anni futuri ad estinguersi?

Dipende.
Se continueranno a fare gretti ragionamenti squisitamente commerciali, mirati al profitto tout court, probabilmente sì.

Se, invece, riprenderanno in mano le fila del loro mestiere, reimparando a leggere e a consigliare i loro clienti, tralasciando di controllare continuamente gli scontrini emessi, se si avvicineranno al libro digitale (che tanto non morde…) forse no.

dario-franceschini
Certo il Governo italiano dovrà legiferare in merito, dovrà sicuramente rimettere mano all’ultima “cantonata” presa con il Ministro Franceschini in merito all’IVA sugli e-book [assurdamente fissata, come da decisione europea al 22%],  e  costruire una legge che salvaguardando le tasche di chi ancora trova piacere nella lettura, tuteli librai indipendenti, ma anche editori, e ci consenta soprattutto di sfruttare al pieno le potenzialità dei libri elettronici.

Non sarà facile, ma è importante che il nostro Paese si attivi proprio in questi mesi, mesi nei quali avrà la presidenza europea, per portare un po’ di aria nuova, in merito all’editoria digitale, anche tra gli antiquati parlamentari della UE che sembrano non riuscire ancora a distinguere tra e-book ed e-reader.

Flaminia P. Mancinelli

Stampa Email