Riflessioni sullo stato dell’editoria in Italia

 

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Spulciando le classifiche dei Best seller di Amazon, ma nonsolo!,. ahimè, si scopre che... Non è tutto quel che luccica, che bisogna stare molto attenti alle recensioni e molto altro.

 

Un tempo c’erano solo le classifiche dei quotidiani e dei settimanali a dirci quali erano i libri che vendevano di più. E non sempre queste rappresentavano una fotografia reale, né del valore delle opere né erano una vera cartina tornasole dello “stato della lettura” in Italia, perché com’è noto il fatto di acquistare un libro non è garanzia di lettura.

Un giorno, poi, è scoppiato il fenomeno Amazon.
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Ricordo che la prima volta che ne sentii parlare - in Italia non era ancora atterrato- me ne vantarono i meriti spiegandomi che era fantastico perché dava la possibilità ai lettori comuni di esprimere le loro opinioni sui romanzi letti, e con queste recensioni persino determinarne il successo. Bellissimo! Almeno in teoria... Finalmente sarebbero stati i “veri lettori” gli arbitri indiscussi di meriti e demeriti, dopo più di un secolo di strapotere di “critici DOC”, molti dei quali su quotidiani e riviste – strizzando l’occhio all’amico editore di turno – avevano fatto il bello e cattivo tempo, innalzando autori di nessun valore a discapito di validi romanzieri, costretti nell’ombra o addirittura alla rinuncia.

Ho iniziato a seguire Amazon e le sue celebri classifiche circa otto anni fa, nel lontano 2011. Un’epoca che, vista la lentezza con la quale l’uso di internet si è diffuso in Italia, si potrebbe definire il Paleolitico.

Ben presto notai che nelle classifiche di Amazon, accanto ad autori pluri–blasonati, comparivano diversi “sconosciuti”. Chi erano? Scrittori senza casa editrice che sì auto-pubblicavano.

Questo fenomeno dell’auto-pubblicazione col tempo si è intensificato e ben presto si è rivelato uno dei motori migliori per il marketing dell’azienda di Seattle.

Perché?
Prima di tutto perché, almeno nei primi anni, l’auto–pubblicazione ha cavalcato la novità dell’e-book, il libro 
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elettronico, e poi perché Amazon ha visto confluire alle proprie casse online migliaia (che dico migliaia... milioni!) di nuovi acquirenti.
E chi erano questi “nuovi acquirenti”?
Gli amici e i parenti degli auto-pubblicati che per pochi euro facevano la felicità del loro amico, del loro parente “scrittore”. Già perché questi auto-pubblicati - che con il tempo iniziarono a definirsi Self publisher o Indie - avevano anche il compito di promuovere le loro opere, e lo facevano come hanno sempre fatto i dilettanti: assillando amici e parenti fino allo sfinimento.
Sembrava un gioco, uno dei tanti fenomeni destinati in breve tempo a scomparire, e invece...

I primi paladini dell’e–book

Gli studiosi di strategia e marketing di Amazon avevano fatto bene il loro lavoro perché, puntando sul l’orgoglio degli scrittori dilettanti avevano agganciato una fetta importante di mercato, che oltretutto con il passaparola era destinata a crescere, grazie al coinvolgimento di un grande sottobosco di altri dilettanti: grafici della domenica, editor mancati, informatici per hobby. Tutte figure che furono chiamate a collaborare (a prezzo d’incanto) alla realizzazione degli e-book che, seppure elettronici, necessitavano comunque di una cover, di una revisione grammaticale e sintattica, e di qualcuno in grado di trasformare i testi in Word in libri elettronici e quindi di caricarli sulla piattaforma di vendita online. Tutta una serie di capacità che il più delle volte mancano a uno scrittore.

Non c’è quindi da stupirsi se la torta e–book, coinvolgendo un numero sempre maggiore di interessati, fosse destinata lievitare.

Quindi, almeno all’inizio, i Self e i loro collaboratori furono i maggiori sostenitori del libro elettronico che era stato disprezzato dagli editori tradizionali e del tutto ignorato dal pubblico dei lettori, del tutto a digiuno dei mezzi tecnici e delle conoscenze necessarie per utilizzare un e-book.

Ma la voce che si potesse leggere a un costo inferiore iniziò a girare, e si sa... l’idea di “fare un affare” solletica tutti, anche le menti degli intellettuali più fini.
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D’altra parte Amazon non solo aveva pronti gli strumenti hardware con i quali leggere gli e–book (i famosi e–reader Kindle), ma aveva organizzato una rete di Customer care degna della più vincente filosofia americana in fatto di commercio e marketing. Comperavi un Kindle e venivi guidato passo per passo da gentilissimi assistenti, che arrivavano a telefonarti a casa per spiegarti, a gratis, come far funzionare quel magico schermo.

Il meccanismo, anche se lentamente a causa dello scoglio dell’informatizzazione che nel nostro Paese ha avuto tempi da lumaca, si mise in moto e pian piano cambiò le abitudini e il concetto di lettura in un numero via via crescente di persone.

La stupida guerra

A questo punto della storia, gli interessi economici messi in movimento dall’e-book e da Amazon scatenarono la-stupida-guerra
una reazione da parte dei “tradizionalisti”, con gli editori in prima fila e i lettori–puristi al seguito. Ne nacque
la più stupida delle “guerre”, un conflitto che in Italia è ancora in corso, seppure conti oramai numerose defezioni e molte conversioni.

Difatti parecchi editori, dopo una prima chiusura, hanno iniziato a pubblicare in contemporanea i loro libri sia in cartaceo che in formato elettronico.

Certo è che per anni gli e–book messi in commercio non si potevano guardare: a capo a casaccio, spazi bianchi senza senso, grafica pasticciata, ecc… e il prezzo davvero insostenibile.

Nel frattempo Amazon rese disponibile per i Self un sistema in grado di trasformare i propri e-book in volumi di carta (prima con una piattaforma consociata - Create Space - e poi nel suo stesso spazio - Kindle Direct Publishing).

A proposito dell’e-book dirò soltanto che lo trovo uno strumento assolutamente pratico, ma che non sempre può sostituire il libro di carta, e mi riferisco soprattutto alle opere di saggistica o ai grandi volumi ebook-libro
illustrati. Consente, in uno spazio ridotto e di poco peso, di avere con sé centinaia di “libri”; permette di acquistarne all’una di notte da un qualsiasi punto del pianeta un testo, salvo il fatto di disporre di una connessione Internet. Veicola molto più velocemente la conoscenza e la comunicazione – difatti è nato con questo scopo e, se fosse commercializzato con un prezzo equo, faciliterebbe la diffusione della conoscenza e del piacere di leggere.

Per me, è quindi giusto esista e venga utilizzato, e la guerra dichiaratagli è assolutamente senza senso.

Lettori–recensori, stelline, ecc…

A questo punto della storia, bisogna però procedere con i particolari…

Grazie alle possibilità offerte sulla piattaforma Amazon, accanto ai tradizionali critici di quotidiani e riviste, nacque una nuova figura, quella dei lettori-recensori. Mentre i primi avevano da tempo immemore il potere di orientare il gusto, e quindi l’acquisto, dalla loro tradizionale posizione di predominio, i secondi iniziarono a operare dal basso, forniti anche di un altro mezzo che si rivelò vincente per la sua semplicità.

Mi riferisco alle “stelline”, un’attribuzione di merito che il lettore-recensore deve dare all’e-book stelline
congiuntamente al giudizio espresso a parole in forma estesa. Le stelline vanno da uno a cinque, più stelline attribuisci più è alto il tuo gradimento. Un sistema semplice con il quale alcuni però hanno difficoltà a sintonizzarsi; tant’è che dopo anni di esercizio può capitare di leggere recensioni entusiaste per un romanzo e vedergli assegnata solo una stellina...

Nella configurazione della filosofia di Amazon queste stelline hanno un valore di merito, molto elementare e molto diretto: più stelline hai, più sei bravo e, quindi, più attiri l’attenzione sulla tua opera. Questo è un meccanismo studiato per attirare l’attenzione del lettore che, ignaro, si avventura sul commercio online ideato da Amazon.

Vi sono poi le proposte pubblicitarie che tengono conto delle pagine Web che abbiamo visionato, delle anteprime lette, dei nostri precedenti acquisti. Ma anche di ciò che hanno guardato e comprato clienti “simili” a noi.

L’occhio del Grande fratello non smette un secondo di seguirci, statene certi… E, mi rendo conto, per qualcuno può anche essere “imbarazzante”.

Il successo di un e–book

algoritmiMa le “variabili” che determinano il successo di un e–book sono infinite e molte di queste automatizzate da algoritmi [“L'algoritmo è un concetto fondamentale dell'informatica, anzitutto perché è alla base della 
nozione teorica di calcolabilità: un problema è calcolabile quando è risolvibile mediante un algoritmo. Inoltre, l'algoritmo è un concetto cardine anche della fase di programmazione dello sviluppo di un software: preso un problema da automatizzare, la programmazione costituisce essenzialmente la traduzione o codifica di un algoritmo per tale problema in programma, scritto in un certo linguaggio, che può essere quindi effettivamente eseguito da un calcolatore rappresentandone la logica di elaborazione.”
da Wikipedia] sconosciuti alla maggior parte di noi.

Un fattore che influenza molto la crescita in classifica di un romanzo, ad esempio, è la contemporaneità degli cropped-amazon-bestseller-l
acquisti. A pari volume di vendite – diciamo venti volumi –, se questi verranno acquistati nello stesso spazio temporale di un’ora/un giorno, varranno molto di più che se le vendite saranno frammentate in due o più giorni.
Il Self, se vuole avere un riscontro interessante al suo lavoro, è costretto a considerare con attenzione queste variabili e, al contempo, monitorare ciò che accade ai suoi colleghi, che ben presto si trasformano in avversari.

Le recensioni

Ed è a questo punto che entrano in gioco le famose recensioni, felicità e dannazione di ogni autore. La stroncatura è sempre esistita e, come oggi, non sempre corrisponde al reale recensioni-dax-accompagnato
valore di un’opera, ma lo stesso si può dire di molti elogi che esaltano un testo più che mediocre, determinandone un successo immeritato. Anche qui il Web ha semplicemente mutuato sulla Rete un malcostume già esistente.

A questo proposito mi vengono in mente i giudizi di alcuni che definiscono Internet un “inferno”, dove proliferano prostituzione, pedofilia e perversioni varie, come se tutto ciò fosse il prodotto esclusivo della Rete. Il Web in realtà non è altro che la trasposizione online di ciò che l’essere umano ha già da secoli creato praticato e diffuso nella vita quotidiana sul suolo terrestre.

Così le recensioni sui siti di vendita online di romanzi e saggi, sono come quelle che per anni abbiamo letto sulla carta stampata, né migliori né peggiori.

Qui, se vogliamo, c’è solo un’aggravante rappresentata dalla facilità con la quale si possono creare falsi account, profili di fantasia, rendendo in questo modo irriconoscibile l’autore di un giudizio…

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Ed è in questo modo che è possibile pubblicare molte recensioni “farlocche”.

Ricordate che in precedenza vi ho parlato degli amici e dei parenti dell’autore? Ora, queste persone, a cui un immaginario zio Peppino ha chiesto di acquistare il proprio e-book, una volta portato a buon fine l’acquisto, cosa immaginate facciano? Leggeranno il libro, ne scorreranno i primi capitoli, le prime pagine, forse le prime righe? Non lo sappiamo, ma di certo saranno chiamati a scriverne una recensione (assolutamente positiva, sigh!) e ad attribuire un minimo di cinque stelline, per la felicità del caro zio Peppino, che potrà alimentare il proprio ego e la propria futura creatività.

Per cercare di arginare il fenomeno (ma anche per incrementare le vendite, potrebbe dire uno malevolo...)recensioni-amazon quelli di Amazon, dopo un po’ hanno apportato una modifica, piccola ma essenziale. Grazie ai potenti mezzi dell’informatica (il Grande fratello di cui sopra) hanno inserito accanto alle recensioni la dicitura “Acquisto verificato”, una specie di marchio che dovrebbe dimostrare la certificazione dell’avvenuto acquisto e quindi la bontà della recensione di quel cliente.

Insieme a questo c’è da aggiungere che i potenti mezzi dell’informatica vanno a caccia di streghe, sempre con altri misteriosi algoritmi (cfr. sopra) ... e se scoprono un legame tra il Self e il lettore-recensore, cancellano la recensione. Si tratta però di “contromisure” puramente teoriche, che si aggirano spendendo un euro (alle volte anche meno) - e chi non sarebbe disposto a spenderlo per la felicità di quella brava persona che è zio Peppino?- oppure creando un alias, cioè un falso profilo, pratica diffusissima da sempre sul Web.

Il ravvedimento

Le casi editrici tradizionali, con il passare degli anni, sono tornate sui loro passi visto che anche l’e-book poteva essere lucroso.

In effetti il supporto elettronico dava un taglio netto ai costi che da sempre (ma oggi ancora di più) pesano cartceai-ed-ebooksulla bilancia dei ricavi di un’impresa editoriale. Grazie all’e-book i costi di pubblicazione vengono molto ridotti, quelli di stampa sono azzerati, carta, tipografie e annessi, e la distribuzione (che in genere incide su circa il cinquanta per cento del prezzo di copertina) sono ridotti al minimo, nella fattispecie la piccola percentuale che si prende Amazon per ospitare i testi sulla propria piattaforma e permetterne il download. Quindi accanto al volume di carta, contemporaneamente o appena qualche tempo dopo, hanno preso a pubblicare anche gli e-book, e sono entrate in gioco anche loro.

Il gioco, per un intenderci, delle recensioni, delle stelline e delle classifiche.

Anche gli editori, passato un primo momento di spaesamento, hanno imparato i trucchi del mestiere dei self publicher e quindi sono andati giù a mani basse, creando lettori-farlocchi con le loro belle e preconfezionate recensioni-farlocche e le immancabili cinque stelline. Hanno alimentato lo sviluppo di Blog di parte, disposti a recensire e a rilanciare a comando.

Leggendo con attenzione i nomi di molti di questi recensori, in breve tempo, ci si accorge che sono sempre gli stessi o che fanno parte di fantomatici Blog di amanti del leggere... e che nelle loro recensioni riciclano sempre la sinossi preparata dagli uffici stampa delle case editrici.

Così, dopo la Guerra degli e-book abbiamo assistito alla Guerra delle classifiche, conflitto tuttora in corso e della quale chiunque può verificare lo stato aprendo a caso una di queste sulla piattaforma di Amazon.

Per inciso, nel corso degli anni, accanto al marketplace di Seattle ne sono nati altri, in Italia ad esempio IBS e Mondadori store, ma per quanto si siano impegnati, per quante risorse abbiano impiegato, sono lontani anni luce da Amazon che resta in una posizione decisamente prevalente.

Le classifiche

Le celebri classifiche di Amazon, la loro lettura è quanto mi ha spinto, in una fredda domenica d’inverno, a main recensioni cover
scrivere questa nota... perché proprio stamani scorrendole, alla ricerca di un e–book da leggere, ho potuto constatare che la “guerra” è di fatto alle sue battute finali.

L’esito?
Catastrofico!
Anche se solo un ingenuo a digiuno della potenza del mezzo Internet potrebbe stupirsene.

Per semplificare, e per permettere a chiunque mi legga di verificare, basta accedere al sito italiano di Amazon e raggiungere la classifica denominataBestseller in Gialli di azione e avventura”.

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Sulla pagina Web sono elencati i cinquanta e-book più venduti di oggi (domenica 17 febbraio).

Scorrendoli in dettaglio si scopre che di questi, su cinquanta titoli solo diciannove sono pubblicati da un editore (più o meno tradizionale, più o meno conosciuto), mentre tutti gli altri sono di autori Self – e di questi alcuni fanno parte della squadra Amazon publishing o Amazon encore! [naturalmente, essendo le classifiche di Amazon aggiornate in media ogni ora, le percentuali che segnalo potrebbero essere suscettibili di modifiche]

E la “qualità” di questi testi?

Un’ovvia e sincera riflessione, dovrebbe prendere in esame tutta la produzione editoriale italiana (ma anche estera, sigh!) che fa del libro di un calciatore un Best seller annunciato, delle memorie di una tronista un prodotto in eterna promozione (e si sa che lo sconto attira sempre il compratore). Certo, non c’è niente di nuovo sotto il sole: il principio è il Business, non la qualità delle letture dei sudditi!

Bene. Qualcuno a questo punto potrebbe osservare che si tratta di un fenomeno interessante, che riflette in modo perfetto quanto già accaduto in altri settori della nostra società. Così come la politica dal basso (il Movimento 5 stelle -scusate ma l’analogia tra le cinque stelline di Amazon e il nome di questa forza politica mi sembra più che deliberata… sigh!) ha soppiantato i partiti politici tradizionali portando a un peggioramento della situazione, così l’editoria dal basso ha abbassato il livello di quella tradizionale...

Bello! esclameranno alcuni che vedranno in questo la tanto attesa sconfitta anche dei tradizionali e prezzolati recensori di quotidiani e riviste...

Fantastico! sentenzieranno i soliti intellettuali alternativi a oltranza, di preferenza di estrema sinistra, quella sinistra morta e sepolta dal Dio consumismo...

Ma ad approfondire, ahimè, si scopre un’altra verità, ben più triste e deludente.

Potete prendervi la briga di farlo, la dimostrazione di quello che dico è lì, nero su bianco a disposizione di chiunque voglia contare i morti di questa assurda guerra.

grammatica
Sono morte difatti la Letteratura (tra le prime a cadere, sigh!), la Grammatica e la Sintassi, seguite dalla capacità di costruire una Trama e un Plot sensati, il creare un percorso logico per Personaggi credibili.

Il massimo apprezzamento tributato a questi Best seller è (... udite! udite!...) “Si legge bene sotto l’ombrellone”.

Vi avverto che leggere le recensioni a queste opere può nuocere. L’italiano spesso è un optional, come lo sono anche la coerenza e la logica. Un libro può essere stato noioso fin oltre la metà ma avere poi un finale che lo riscatta, e beccarsi quindi le sue cinque stelline e i debiti apprezzamenti del lettore–recensore di turno. Un altro può avere personaggi irreali, una storia banale, ma avere il merito di essere una lettura che “scorre facile, senza stressare”.

Scorrendo queste opinioni non si può che ricordare con grande affetto il grande Troisi e il suo “Non ci restamassimo-troisi che piangere”.

I libri, nello specifico i romanzi, ora hanno successo e sono apprezzati se “come un pacchetto di patatine” (preso testualmente da un altro commento, sigh!) consentono una lettura disimpegnata, che si esaurisce in fretta e senza retrogusti.

Potremmo dirci che dopotutto, forse salvo al colesterolo, non fa male mangiare un po’ di patatine fritte... Già... Ma forse per i libri sarebbe il caso di usare paragoni differenti, sigh! E immaginate raccontarlo a Kafka, Woolf, Dostoevskji e Joyce, solo per citare i primi che mi sono venuti in mente...

Ma sembrerebbe che il leggere oggi sia ridotto a questo, e non può che peggiorare, sigh!

Perché?

Gli editori tradizionali, ormai alla canna del gas, si guardano intorno disperati e sono disposti a tutto pur di salvare la loro impresa.

Temo che sempre più spesso gli autori si vedranno coinvolti in colloqui di questo genere:
«Buongiorno, è lei l’autore?»
«Sì, buongiorno.»
«È un libro–patatina?»
«…»
«È adatto, secondo lei, ad essere sgranocchiato sotto l’ombrellone?»
«Beh, non saprei, no, non credo…»
«Nooo? E allora no grazie

Tutto il livello di ciò che sarà pubblicato, preparatevi, è destinato a scendere, che dico scendere? A precipitare verso un profondo abisso senza ritorno.

Così, se in mezzo a tanti testi, che poco o nulla hanno di gradevole – ma che si consumano con impegno e pc smartphone tabletcoinvolgimento pari a zero, dovesse comparirne uno appena più simile a un vero libro (o e–book che dir si voglia), il minimo che possa capitargli è di finire seppellito… sotto una quantità inverosimile di... Patatine fritte.

Grazie editoria tradizionale, grazie mamma Amazon, Business for Business forever!
Grazie di cuore!
F.P.M.

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