Il Surrogato

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a tutte e a tutti gli appartenenti
alla categoria «Libraie-Librai»...

 

 

IL SURROGATO

A giugno arrivavano i Mondiali e tutto si sarebbe fermato. Peggio che per le elezioni e persino peggio di afa e piogge torrenziali.

Già perché i librai lo sanno: basta un battito d’ali in Brasile e la vendita di libri in Italia ne risente, subito. Figurarsi i Mondiali!

Ma quest’anno, invece di rassegnarsi a giornate di solitudine estrema in libreria, il libraio Gigi decise di reagire.

Certo occorreva trovare una “reazione” che funzionasse per davvero, e alla ricerca di quella iniziò a navigare il Web, inserendo nel suo motore di ricerca preferito un po’ di termini ad hoc: librerie, vendita libri, crisi di vendite, libraio, affiliare cliente, ecc…

Gli saltarono fuori migliaia di Blog di librai in crisi, di lettori delusi e qualche articolo di quotidiano. Niente di che.

Allora riformulò la ricerca sostituendo ai termini italiani i corrispondenti in lingua inglese.

Il risultato del motore di ricerca lo gettò in uno stato d’ansia di dimensioni colossali: milioni di referenze invece di migliaia.

Cominciò a spulciarle veloce, fino a quando gliene capitò una interessante: era l’idea di un libraio del Wisconsin (in America ok, ma chissà dove…) che di fronte al Baseball aveva trovato una soluzione ovvero dedicare uno spazio sostanzioso del suo Bookshop a libri sul Baseball; biografie di grandi giocatori, storie di quello sport, libri fotografici e gadget, molti gadget per chi ama quello sport. Aveva svoltato.

Gigi abbandonò il Web e prese a camminare tra le scaffalature della sua libreria, deserta nonostante l’ora adeguata allo shopping, la temperatura mite e nessun evento di grande risonanza in atto.

Dopo un quarto d’ora era ancora immerso nei suoi pensieri e non riusciva ad andare oltre una palesebook-sport
scopiazzatura dell’idea del collega americano: dedicare una sezione della libreria al calcio.

Provò a immaginare quali editori contattare, a come avrebbe potuto motivare la richiesta di un deposito, ai rifiuti più che alle adesioni, e poi arrivò alla vetrina che avrebbe dovuto allestire come richiamo alla nuova iniziativa. Fare le cose, ma soprattutto farlo sapere all’universo-cliente.

Vide gli abitanti del quartiere sfilare davanti al suo negozio leccazzando il loro gelato preferito, li vide sostare davanti alla sua nuova vetrina, indicare il libro di barzellette di Totti e quello fotografico sul nuovo scudetto della Juventus, per poi riprendere il proprio struscio serale fino ai giardinetti pubblici, dove posizionarsi per prendere al volo uno scampolo di refolo serale.

Scuotendo la testa si avvicinò alla cassa, aprì il cassetto sottostante e ne estrasse una sigaretta elettronica. Ne aspirò qualcosa, quel misto di umidore e nicotina che più la provava e più gli faceva schifo, e uscì sulla porta.

In tasca pescò il pacchetto stropicciato delle care vecchie Marlboro, e se ne accese una, aspirandola goloso. E in quel mentre lo raggiunse il refolo d’aria che di lì a poco sarebbe corso fino ai giardinetti dove sostavano i suoi clienti; sapeva d’erba appena tagliata. Forse qualcuno aveva tagliato l’erba del suo prato, o forse arrivava dal campetto sportivo, quello dell’oratorio.

In quel momento, aspirando una seconda boccata, seppe con assoluta certezza che la sigaretta elettronica era soltanto un surrogato e nulla avrebbe potuto rispetto a una vera sigaretta, a quel carico di catrame e carta, elementi più o meno nocivi, che però erano l’originale.

lettore
Rientrò nel suo negozio e seppe con certezza che non avrebbe allestito uno spazio nuovo dedicato al calcio per provare a salvare la sua libreria dalla crisi, un libro lo si acquista per la sua originalità non perché deve essere il surrogato di altro.

Sedette dietro la cassa e si aprì un’edizione illustrata delle avventure del barone di Münchausen, era arrivata giusto da un paio di giorni e l’illustratore era davvero ricco di fantasia…

Flaminia P. Mancinelli 
18 maggio 2014



( 88x31 copy F.P.M. )

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